Domani, al Giro di Lombardia, l’ultima classica Monumento della stagione, Vincenzo Nibali, lo Squalo, smetterà ufficialmente con il ciclismo, la sua vita insomma. Il passista scalatore di Messina, in carriera, ha vinto tutti i Grandi giri, anche il più grande di tutti: il Tour de France, sedici anni dopo Marco Pantani.
Nelle strade di casa nostra, invece, al Giro d’Italia, Nibali ha trionfato due volte, nel 2013 e nel 2016. E l’annuncio che a fine anno avrebbe appeso la bicicletta al chiodo è arrivato proprio da là, nella tappa con arrivo nella sua città, l’11 maggio. A raccogliere la sua pesante eredità, però, non ci sarà nessuno, neanche quel Filippo Ganna che, sempre domani, proverà a battere il record dell’Ora. Un altro sport, quasi.
Eccolo, l’ultimo atto: the last dance. Quello che non si aspetta, ma che in fondo si desidera, quello che si decide prima ma che lascia comunque un grande vuoto dentro quando arriva. Perché non è facile abituarsi al fatto che, quello che ti ha contraddistinto per anni, quasi da sempre, diventi semplicemente un hobby, un qualcosa da guardare davanti alla tv.
Bisogna, però, fare i conti con l’età che avanza e anche il fisico deve essere ascoltato. E così ha fatto Vincenzo Nibali. Il ciclista di Messina, domani, salirà per l’ultima volta sulla sua bicicletta e correrà per le strade del Giro di Lombardia, che lo hanno visto protagonista parecchie volte durante la sua memorabile carriera. Il suo addio a fine stagione, lo Squalo dello Stretto, lo aveva annunciato l’11 maggio, nella tappa della corsa rosa che passava per le vie in cui lui aveva fatto le sue prime pedalate da bambino, prima di trasferirsi in Toscana a coltivare il sogno di diventare un professionista.
“Lascio il ciclismo, a cui ho dato tutto e che mi ha dato tanto – aveva detto -. È arrivato il momento di restituire alla mia famiglia il tempo che ho dedicato alla bici. È una decisione meditata, va bene così“. Per lui, forse, non per i tanti appassionati di casa nostra che con lui avevano ritrovato un idolo per cui tifare dopo Marco Pantani.
Del Pirata, Nibali aveva la forza dello scalatore, ma non quella da scattista, piuttosto quella del passista scalatore. Una caratteristica che gli ha permesso di conquistare tutti e tre i grandi Giri, uno dei sette ciclisti al mondo a riuscirci in compagnia di mostri sacri come Jacques Anquetil, Bernard Hinault, Alberto Contador, Chris Froome, Felice Gimondi e il Cannibale Eddy Merckx. Nel 2010, a venticinque anni, ha vinto la Vuelta di Spagna, tre anni dopo è stato il turno del Giro d’Italia, impresa replicata nel 2016, poi nel 2014, sedici anni dopo Pantani, la Grande Boucle.
Il palmares dello Squalo, però, non è fatto solo di Grandi Giri, ci sono anche tre classiche, due delle Foglie morte, appunto, e una Milano-Sanremo, in cui ha dimostrato di essere anche un ottimo discesista. Se non bastasse, il messinese ha detto la sua anche nelle corse contro il tempo. Nel primo trionfo sulle strade di casa, infatti, si è preso la maglia rosa senza più lasciarla proprio grazie a una crono stravinta da Gabicce a Saltara, ma ancora prima, nelle cronometro, aveva vinto due bronzi ai Mondiali juniores e under 23.
Unico rimpianto di una carriera fantastica sono state le Olimpiadi. A Rio de Janeiro nel 2016, nella prova in linea del circuito di Forte di Copacabana, a undici chilometri dal traguardo, mentre era in testa, oltre alla sua clavicola sinistra, vengono spezzati anche i suoi sogni di una medaglia a cinque cerchi.
E quindi domani, a Como, le ultime note di una sinfonia degna dei più grandi musicisti, che è stata magia, è stata determinazione, è stata discese ardite e risalite, come solo un artista della bicicletta come lui poteva comporre.
Un ciclista completo che, però, non lascerà eredi. Sì, neanche quel Filippo Ganna, che invece alle Olimpiadi (a Tokyo) sul gradino più alto del podio c’è salito. Il 26enne di Verbania, infatti, dopo un inizio come passista specializzato nelle prove a cronometro e pistard, ha deciso di dedicarsi quasi esclusivamente al ciclismo su pista.
E nello stesso giorno in cui Nibali dirà addio al mondo delle biciclette che lo hanno portato fin da piccolo a viaggiare e conoscere il mondo, Top Ganna non ci sarà nemmeno perché sarà impegnato a provare a battere il record dell’Ora al Velodrome di Grenchen in Svizzera. L’obiettivo, con la sua nuovissima Pinarello Bolide F HR 3D, una bici da 75mila euro, è fare meglio di Dan Bigham, che il 19 agosto scorso ha percorso 55,548 chilometri.
Un altro appuntamento con il tempo, ovviamente, e con la storia che si potrà vedere in diretta su Raisport ed Eurosport dalle 19:50, sette ore e mezza prima dello Squalo: Nibali per il suo ultimo ballo e Ganna per sfidare la luce.
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