Enrico Letta ha tenuto il suo ultimo discorso come segretario del Partito Democratico, parole concilianti che sostengono l’atteggiamento tenuto fin ora dal leader.
Si è tenuta oggi l’assemblea nazionale del PD, che si è tenuta all’Auditorium Antonianum di Roma.
Indetta per votare il regolamento congressuale e il nuovo Manifesto, alla riunione ha tenuto il suo ultimo discorso da segretario Enrico Letta che, come sappiamo, dopo le elezioni 2022 si è dimesso dal suo incarico. Ecco cosa ha detto l’ex leader del partito.
Si è conclusa meno di un’ora fa l’assemblea del PD a Roma, dove Enrico Letta ha tenuto il suo ultimo discorso come segretario del partito.
L’ex leader del PD resta sempre conciliante, come si è sempre mantenuto in questi mesi post elezioni, parlando di un periodo duro per il PD.
Enrico Letta resterà a capo del partito fino al 26 febbraio, quando si terranno poi le primarie per decidere chi sarà il suo successore. Sicuramente, non è un momento facile per lui, ma assicura che una volta fuori dal suo incarico non costituirà nessun altro partito:
Esco più innamorato del Partito democratico di quando ho cominciato, vi assicuro che non costruirò un partito alternativo al Pd. Non mi sono pentito di essere tornato da Parigi
Letta parla anche di questi mesi difficili, parlando di un tentativo di sostituire il maggior partito di sinistra, tentativo che definisce “fallito”.
Ai suoi colleghi però fa un appello:
Chiedo a ognuno di voi di cambiare una cosa fondamentale, che per me è stata la più complicata da vivere. Il segretario del Pd non può passare tutta la sua giornata a mettere tutte le sue energie nella composizione degli equilibri interni e poi alla fine della giornata pensare a cosa dire agli italiani. Perché così siamo rovinati.
Per Enrico Letta all’interno del futuro PD serve unità, per tenere a bada gli equilibri interni e il rispetto tra tutti i componenti.
Alla fine scherza dicendo:
La vita è fatta così, oggi sono capace di guardarlo con disincanto. Ho vissuto la fase politica in cui non bastano tre telefonini per rispondere a tutti quelli che ti cercano, poi c’è la fase in cui il telefonino non suona mai, io sto per rientrare in quella
Nelle sue parole, nonostante le dimissioni, c’è quindi uno sguardo al futuro, la speranza che il Partito Democratico si riprenda dalla sua crisi e torni ad essere la maggioranza di sinistra di cui l’Italia ha bisogno.
Al termine dell’assemblea si sono tenute le votazioni per le modifiche allo statuto di partito, che fa parte del duro percorso che porterà alle primarie di febbraio.
Il Regolamento congressuale è stato approvato con 11 voti contrari e 24 astenuti, insieme al Manifesto dei valori, con 18 contrari e 22 astenuti.
Inoltre, sono state votate e approvate anche le modifiche allo Statuto, con 546 voti a favore, 10 contrari e 32 astenuti.
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