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L’Università di Milano-Bicocca adotta la blockchain per autenticare la Laurea

L’Università di Milano-Bicocca ha introdotto un sistema informatico di blockchain per garantire agli studenti l’autenticità del proprio titolo di laurea semplicemente con un clic. Si potrà quindi verificare la validità e l’integrità di documenti e certificati ufficiali subito direttamente sul web, senza effettuare ulteriori richieste agli atenei. In pratica si saltano le trafile burocratiche grazie alla tecnologia su cui si basa anche la valuta virtuale Bitcoin, e che consiste in un registro digitale le cui voci sono suddivise in blocchi concatenati in ordine cronologico e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia.

Il futuro nella tecnologia snella

Le parole di Paolo Cherubini, prorettore alla Didattica dell’Università di Milano-Bicocca, alla presentazione dell’iniziativa: “Aderendo all’invito della European Higher Education Area, l’Università Bicocca vuole mettere a disposizione dei suoi studenti certificati di laurea digitali, automatici, inviolabili, praticamente indistruttibili. La tecnologia blockchain, che è l’ultima frontiera in termini di sicurezza informatica, consente di costruire questi certificati sulla rete, crittografati in modo che non possano essere violati da nessuno, se non da chi li può certificare autenticamente. Lo studente potrà portarsi dietro sul suo smartphone o sul suo computer un certificato di laurea perfettamente valido, non modificabile, certificabile e controllabile da chiunque”.

Lo sviluppo della piattaforma

Sviluppata insieme al consorzio interuniversitario Cineca e adottata anche dall’Università di Padova, la nuova tecnologia permette quindi di emettere documenti digitali certificati, assicurando che non siano manipolabili o falsificabili.

Giacomo Scillia, direttore Struttura Complessa Università e Enti di Ricerca di Cineca, sottolinea che “già da due anni abbiamo iniziato a lavorare sulle applicazioni e sullo studio delle diverse generazioni di blockchain. Siamo partiti con applicazioni in ambito industriale e solo dopo un percorso molto lungo siamo arrivati a realizzare una soluzione che mette in campo tutte quelle competenze che abbiamo raccolto in questi due anni e che può essere messa a disposizione delle università italiane che fanno parte del consorzio. Ma è solo l’inizio per poter rendere questa soluzione disponibile a tutte le università internazionali”

Un intervento pensato anche per favorire la mobilità degli studenti fra le università di tutto il mondo. I certificati di laurea garantiti via blockchain potranno essere “un grandissimo vantaggio, perché tantissimo del nostro tempo amministrativo in casi di mobilità studentesca viene speso proprio nella convalida dei titoli. Se questa prassi si diffonderà su molte altre università, diventerà pressoché automatica”, sottolinea Cherubini.

Uno strumento gratuito e immediato

Il nuovo strumento, gratuito e immediato, sarà utilizzabile ovunque nel mondo e gli studenti potranno garantire l’autenticità e l’integrità dei loro titolo di laurea a potenziali datori di lavoro.

E alle aziende e agli imprenditori basterà un clic per verificarne la validità, senza doverne fare richiesta agli atenei.

Cherubini guarda al futuro: “Ci auguriamo di avere ulteriori sviluppi in ambito educativo dalla tecnologia blockchain, perché sempre sulla stessa tecnologia si potranno, ad esempio, avere i libretti elettronici degli studenti non più centrati sui server della nostra università locale ma diffusi in internet. In questo modo lo studente che dovesse muoversi fra diverse università internazionale e raccogliere crediti potrà semplicemente riportarli a casa e vederseli automaticamente registrati dall’università che gli conferirà la laurea”.

La tecnologia blockchain promette di snellire le procedure burocratiche anche per le università. Come spiega Daniela Mapelli, prorettrice alla Didattica dell’Università di Padova, si tratta di “una svolta importante dal punto di vista dell’università, perché tutti noi, in quanto amministrazione pubblica, siamo chiamati alla dematerializzazione. E ci auguriamo anche che sia una svolta per l’Europa, perché uno dei punti dell’agenda dell’Unione europea è quello di arrivare al 2020 con il riconoscimento automatico dei titoli di studio in tutti i Paesi dell’Unione europea”.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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