Il caso dell’uomo che ha contratto il colera in Sardegna ha suscitato non poca apprensione, tanto che sono scattate immediatamente anche le indagini sanitarie per capire come sia stato possibile che l’uomo l’abbia contratto. E ci sono già i primi risultati.
Stando alle primissime indagini, è probabile che l’uomo abbia mangiato delle cozze e da lì si sia scatenato il tutto. Ma cerchiamo di capire meglio.
A molti è sembrata una situazione impossibile, ovvero quella di vedere nuovamente il colera affacciarsi nel XXI secolo. Eppure è così, ed è successo in Sardegna. Un caso riscontrato dopo oltre 50 anni: si tratta di un uomo di 71 anni che, ora, è in cura all’ospedale “Santissima Trinità” di Cagliari.
Le analisi di chi sta indagando si stanno concentrando su diversi fronti, dalle acque di pozzo, alle verdure, alla rete fognaria delle campagne che il 71enne cura nelle campagne di Arbus. Il vibrione del colera è stato isolato con certezza ma, dall’Istituto superiore di Sanità di Roma si cerca di capire a quale genere faccia parte per poter dare definitivamente avvio ai controlli mirati in tutta l’isola.
Controlli a tappeto che ci sono già, in particolare nella zona di Arbus, dove il 71enne vive e a spiegarlo è il direttore del reparto Malattie infettive dell’Asl di Cagliari, il dottor Angioni: “Il servizio Igiene pubblica della Asl di Sanluri, che ha competenza sulla zona di Arbus dove vive il paziente, sta facendo controlli a tappeto” – spiega.
I controlli si stanno concentrando, in particolare, sui contatti che l’uomo ha avuto e, fino ad adesso, nessuno dei suoi contatti ha manifestato sintomi simili ai suoi. Questo viene visto come un segnale positivo per ridurre la forbice di una possibile epidemia.
Allora ecco che le analisi si stanno concentrando anche su altri campi d’azione, uno su tutti la possibilità che l’uomo l’abbia contratti attraverso dei frutti di mare crudi: “Inizialmente ha fatto capire di aver mangiato cozze crude, ma non c’è la certezza che lo fossero” – ha spiegato il dottor Angioni. Per questo motivo, si è andati a scandagliare e ad analizzare anche le zone dove l’uomo è stato fino a poco prima di sentirsi male.
Dall’orto che lui stesso cura nelle campagne di Arbus, alla rete fognaria, alle verdure lì coltivate: “Si valuta anche se abbia avuto contatti con persone che arrivano da Paesi dove il colera è una realtà: nulla resterà intentato” – conclude il direttore dell’Asl, perché nulla debba esser lasciato intentato o non analizzato per capire da dove si sia originato il contagio.
Nonostante tutto, il 71enne resta ancora ricoverato in ospedale a Cagliari e tutta la profilassi del caso la si sta portando avanti come da protocollo.
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