M5s, crisi interna sulla questione dell’invio delle armi in Ucraina: congelata espulsione di Luigi Di Maio. Conte si dice rammaricato.
La riunione in notturna del consiglio nazionale del M5S è durata più di quattro ore, durante le quali si è discusso delle critiche di Luigi Di Maio al no all’invio delle armi in Ucraina. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha espresso il proprio rammarico sulla situazione: intanto, è ferma l’ipotetica espulsione del Ministero degli Affari Esteri dal movimento.
Nel M5S, da qualche tempo, regna un po’ di caos, scaturito dal disaccordo su diverse questioni. Quella più pressante riguarda il no all’invio delle armi in Ucraina, sui cui sono arrivate le critiche del Ministro degli Affari Esteri, Luigi di Maio.
Il Movimento 5 Stelle, – nel corso della riunione notturna – non ha accettato le critiche di Di Maio in merito al sonoro no espresso sui rifornimenti di armi per il paese attaccato da Putin. Si vocifera che il Ministro possa essere espulso dal movimento, ma al momento nulla è ufficiale.
Amareggiato Giuseppe Conte, per le parole che il titolare della Farnesina ha espresso nei suoi confronti. Per molti esponenti del M5S, Di Maio sarebbe, ormai, lontano dagli ideali del movimento e avrebbe, pertanto, preso un’altra strada. Nel corso della riunione, dunque, il Consiglio, composto da 14 persone, ribadisce la risoluzione che dovrà essere sottoposta al voto al Senato, nella giornata di martedì 21 giugno.
Lo scontro è partito da una documento in cui si chiedeva lo stop alle armi a Kiev da parte di alcuni senatori pentastellati. Uno dei partecipanti al vertice, però, ha tenuto a sottolineare che “La linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione“. Di Maio, dal canto suo, in merito a questo documento, disse: “Ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue […] se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia“.
Pertanto, il Ministro degli Affari Esteri ha fatto storcere il naso ai contiani, nello specifico a Riccardo Ricciardi, vicepresidente del M5S che lo aveva definito “un corpo estraneo” all’interno del Movimento, pensando a provvedimenti, in primis l’espulsione dal movimento stesso, anche se tale decisione – al momento – non è stata ancora intrapresa: si ipotizzava, inoltre, per Luigi Di Maio anche la strada dell’auto-esplulsione dal Movimento 5 Stelle. Vedremo nelle prossime ore come evolverà questa spinosa questione.
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