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Nonostante Beppe Grillo abbia sempre dichiarato di non essere il leader del Movimento 5 Stelle, ma solo il suo portavoce e il garante, dopo le proteste della base del movimento rivolte esclusivamente alla sua persona il comico ha deciso di dividere le responsabilità con altre persone, nominando 5 vice. Ma vice di cosa? Se ha sempre detto di non essere un leader, come potrebbe esistere il ruolo di vice? Numerose le critiche dopo l’espulsione dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna dal movimento, avvenuta ufficialmente per la presunta mancata restituzione di parte dello stipendio, ma secondo molti frutto delle critiche che i due parlamentari hanno mosso al movimento.
Massimo Artini e altri deputati pentastellati hanno deciso di raggiungere Grillo nella sua abitazione a Marina di Bibbona, per un faccia a faccia con il principale esponente del movimento. Grillo non si sarebbe allontanato dalle sue posizioni e avrebbe detto che si adegua a quello che è stato stabilito con le votazioni sul blog.
Le proteste contro Grillo
La protesta, però, non si ferma. Mentre Paola Pinna si difende, postando su Facebook e sul suo blog i bonifici e parlando di un pretesto e di un’esecuzione sommaria, si parla di una vera e propria spaccatura all’interno del movimento. E’ il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, a pretendere il rispetto delle regole. Secondo il primo cittadino di Parma, le votazioni “dovrebbero passare prima da una decisione delle camere unite, e solo successivamente dal blog. Non mi risulta che ci sia stata questa votazione o che ci sia un verbale in cui verificarlo”. E Claudio Messora fa notare che Artini e Pinna potrebbero anche decidere di non dimettersi spontaneamente dal gruppo parlamentare. Anche Artini si difende, replicando alle accuse con queste parole: “Le dichiarazioni sulla mia rendicontazione sono false e del tutto tendenziose”.
Gli attivisti, dopo l’espulsione, hanno protestato contro il sito e contro la linea portata avanti da Grillo e da Casaleggio. Sono in tanti a schierarsi con i due parlamentari e a chiedere a gran voce un dibattito e un approfondimento. Sulla rete si è registrata tanta rabbia. C’è chi commenta così: “Complimenti per la solita infamia targata Grillo. Adesso basta, io mi riprendo volentieri il mio voto. Ora potete andare tranquillamente a svanire nei meandri della già tormentata storia d’Italia”. Altri affermano: “Beppe e Gianroberto nun ve regghe cchiù”. Qualcuno sostiene: “Stiamo facendo il gioco di Renzi e Berlusconi”. La base è in rivolta, dunque, e forse proprio per questo è arrivata una decisione inaspettata da parte di Grillo.
La nomina dei vice
“Io, il camper e il blog non bastiamo più”. Beppe Grillo apre ad alcuni degli attivisti del Movimento, dichiarandosi un po’ stanco. Con un post sul suo blog, il leader dei 5 Stelle ha voluto fare una proposta molto chiara, che consiste nella possibilità di allargare il campo di azione di alcuni parlamentari del Movimento, creando una vera e propria “struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale”. Per questo è stato lanciato un vero e proprio referendum sul sito, al quale si potrà votare fino alle 19 del 28 novembre.
Grillo fa una premessa: “Quando abbiamo intrapreso l’appassionante percorso del MoVimento 5 Stelle, ho assunto il ruolo di garante per assicurare il rispetto dei valori fondanti di questa comunità”. E poi afferma con decisione: “Dobbiamo ripartire con più energia ed entusiasmo. Il M5S ha bisogno di una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale. Questo è un dato di fatto. Io, il camper e il blog non bastiamo più. Sono un pò stanchino, come direbbe Forrest Gump. Quindi pur rimanendo nel ruolo di garante del M5S ho deciso di proporre cinque persone, tra le molte valide, che grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento”.
Forse la decisione di Grillo è un modo per dividere le responsabilità delle scelte del movimento politico con altre persone? L’idea del direttorio più ampio potrebbe essere una conseguenza diretta delle ultime vicende che hanno riguardato i 5 Stelle? Per molti non è un caso che questa scelta sia arrivata proprio nel giorno successivo rispetto alla protesta della base.
Chi sono e cosa faranno i vice di Grillo?
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Cinque sono i nomi proposti da Grillo per la creazione di un vero direttorio. Si tratta di Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Il loro compito, secondo quanto dichiarato dal principale esponente dei 5 Stelle, potrebbe essere quello di incontrarsi regolarmente con lui per “esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del Movimento 5 Stelle”. Una presa di posizione molto decisa, che dimostra la volontà, da parte di Grillo, di aprire ad altre persone, che potranno agire sul territorio e in Parlamento operando “come riferimento più ampio del M5S”.
Alessandro Di Battista ha 35 anni, è nato a Roma ed è deputato e vicepresidente della commissione Esteri della Camera. E’ entrato nel Movimento 5 Stelle come portavoce della Regione Lazio. E’ stato eletto deputato nel 2013.
Luigi Di Maio è nato ad Avellino ed ha 28 anni. E’ entrato a far parte del movimento nel 2007, è un giornalista pubblicista ed è stato eletto alla Camera nel 2013. Fa parte della commissione per le Politiche dell’Unione Europea e dal 21 marzo 2014 è vicepresidente della Camera.
Roberto Fico è nato nel 1974 a Napoli. E’ stato eletto deputato nel 2013 ed è presidente della commissione di Vigilanza Rai. Il parlamentare del Movimento 5 Stelle è laureato in Scienze della Comunicazione.
Carla Ruocco è nata nel 1973 a Napoli ed è commercialista. E’ stata eletta alla Camera nel 2013 ed ha il ruolo di vicepresidente della commissione Finanze. Inoltre fa parte della commissione di Vigilanza sull’anagrafe tributaria.
Carlo Sibilia è nato nel 1986 ad Avellino ed è laureato in Biotecnologie. Ricopre, dopo la sua elezione alla Camera dei Deputati, il ruolo di segretario della commissione Affari Esteri e Comunitari alla Camera.