Per un po’ non ci abbiamo capito nulla. In campo e fuori dal campo. Contro la Macedonia, nel ranking Uefa oltre la 140esima posizione, eravamo sotto 2-1. Buffon aveva evitato il terzo gol. Ma dalla panchina niente mutava: Giampiero Ventura continuava a giocarsela con il 3-1-6. Un modulo che non s’è mai visto su un campo di calcio, neanche in emergenza. La Macedonia di Pandev e Nestorovski (prima dell’infortunio) ci stava letteralmente prendendo a pallonate, sfruttando l’assenza totale del nostro centrocampo.
Verratti era solo contro tutti. Affiancato da due mezzali che tali non sono, Bernardeschi e Bonaventura. Quando avevamo palla, loro erano sulla linea degli attaccanti – Immobile e Belotti – e in più c’era pure un esterno come Candreva a infoltire la trequarti avversaria, sguarnendo miseramente il centrocampo. Ventura ce lo spiegherà il perché di questo modulo? Un esperimento che poteva costarci il Mondiale del 2018 già a ottobre del 2016. Sul banco degli imputati non può che esserci lui, oggi, l’ex allenatore del Torino.
Se contro la Spagna abbiamo parlato di un modo provinciale di gestire le partite, oggi parliamo di un modo dilettantistico di giocare. Da oratorio. Tutti avanti, tutti indietro: squadra slegata. Solo con l’ingresso di Parolo, a frittata quasi fatta, l’Italia è riuscita a trovare equilibrio a centrocampo e Verratti, finalmente, ha potuto essere libero di inventare. Lui e Candreva sono state le fionde, Immobile lo stoccatore che, al primo minuto di recupero, ci ha portato i tre punti, dopo aver pure riacciuffato i padroni di casa.
Le certezze, dopo la campagna di Skopje, sono che Ventura pare in stato confusionale – forse è un impegno troppo più grande di lui fare il ct – che la difesa italiana non è sicuramente il fortino che tante volte ci ha regalato soddisfazioni, che a centrocampo le soluzioni non sono molte (ma ci sono), che là davanti Belotti e Immobile meritano di essere titolari. Ci giocheremo così, contro la Spagna, le chance di andare in Russia. Che non sono molte, ma che Ventura rischia di far scemare di brutto con scelte assolutamente senza senso.