Macron ha presentato il CNR: come funziona il Consiglio Nazionale per la Rifondazione e a quale istituzione del passato è stato ispirato.
Il Consiglio Nazionale per la Rifondazione, voluto da Emmanuel Macron, ha tenuto la sua prima riunione giovedì 8 settembre 2022. Il suo nome e, parte del suo spirito, sono ispirati a un’altra istituzione: il Consiglio Nazionale della Resistenza, nato nel cuore della seconda guerra mondiale.
Macron ha lanciato il Consiglio nazionale per la Rifondazione, dopo la sua rielezione. Dovrebbe riunire partiti politici, sindacati, associazioni e cittadini per una nuova forma di dialogo, anche se ha fatto già storcere il naso a molte perssone.
Dovrebbe rappresentare, dunque, il nuovo metodo di governo, promesso durante la campagna presidenziale dal premier. Ma anche prima del suo lancio a Marcoussis, i partiti di opposizione, i sindacati e le associazioni – invitati a partecipare – hanno boicottato l’evento.
Il Consiglio nazionale per la Rifondazione è stato annunciato da Macron all’inizio di giugno, dopo la sua rielezione e prima delle elezioni legislative. Il Presidente, criticato dal 2017 per la sua pratica “verticale” dell’esercizio del potere, ha promesso un “nuovo metodo” di governo.
Il CNR vuole essere una “forma di dialogo rinnovato”, che riunisce partiti politici, associazioni, sindacati, parti sociali e cittadini, attorno ad alcuni grandi temi di riflessione.
Mira, dunque, a “costruire, in uno spirito di dialogo e responsabilità condivise“, “consenso sulla situazione del Paese” al fine di “progettare soluzioni concrete alle preoccupazioni dei nostri concittadini”, precisa il Capo dello Stato nella lettera precedente la presentazione.
La denominazione CNR rappresenta un cenno al Consiglio Nazionale della Resistenza, che coordinò i movimenti di Resistenza durante la seconda guerra mondiale. François Bayrou, Alto Commissario per la Pianificazione, è stato scelto come segretario generale.
Il 27 maggio 1943, Jean Moulin raggiunse finalmente il suo obiettivo: dopo diversi mesi di trattative, l’ex prefetto di Chartres riuscì finalmente a unire attorno a sé tutte le forze vive della resistenza interna francese.
Sedici persone sfidarono la Gestapo a partecipare a un incontro, tanto pericoloso quanto storico, tenuto in un opulento appartamento al 48 di rue du Four, al sesto arrondissement di Parigi.
Tra queste sedici persone c’erano rappresentanti dei grandi movimenti di Resistenza, ma anche esponenti dei partiti politici coinvolti nella Resistenza, in particolare quelli socialisti e comunisti. Infine, attorno al tavolo erano seduti anche i rappresentanti dei principali centri sindacali dell’epoca, la CGT e la CFTC.
Tutti formarono quello che passò alla storia come il Consiglio nazionale della Resistenza (CNR), nato ufficialmente durante questo incontro, che – come sottolinò Jean Moulin, si svolse “in un’atmosfera di patriottismo e dignità” .
Il CNR si è concentrato, nello specifico, su cinque temi: piena occupazione e industrializzazione, scuola, salute, “invecchiare bene” e transizione ecologica. Sarà fondamentale rendere più fluido l’accesso alla sanità, semplificando anche la ricerca di un medico, al fine di garantire cure continuative a tutti i cittadini.
Una volta avviato il dialogo, ogni ministro incaricato di uno dei temi dovrà proseguire le riflessioni nei CNR tematici. Il dibattito sarà esteso, poi, agli enti locali.
I partiti di opposizione e la maggior parte dei sindacati hanno boicottato il CNR per diverse ragioni: il rifiuto di voler aggirare il Parlamento, di partecipare a una “cosa” inutile, ma anche il riferimento al Consiglio Nazionale della Resistenza, vissuta come un’usurpazione.
Gli oppositori criticano anche il Capo dello Stato per non aver tenuto conto delle richieste già espresse dai cittadini durante il Grande Dibattito, lanciato nel 2019, per uscire dalla crisi dei “giubbotti gialli“, poi conclusa la Convenzione dei cittadini per il clima a giugno 2020.
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