La Guardia di Finanza ha sequestrato 150 milioni di euro a Carmelo Lucchese, imprenditore siciliano di 56 anni, operante nel comparto della grande distribuzione alimentare, il quale era supportato dai boss della Mafia.
Sequestrati 150 milioni di euro a Carmelo Lucchese, imprenditore di 56 anni, operante nel settore della grande distribuzione alimentare. All’uomo sono state sequestrate le quote societarie e il compendio aziendale della Gamac Group S.R.L che gestiva tredici supermercati tra Palermo e provincia. La concorrenza era nettamente diminuita, grazie al controllo totale esercitato sul territorio anche provinciale, grazie al supporto di Cosa Nostra. Per eludere i controlli, l’imprenditore aveva fatto leva su un trust, anche se la Guardia di Finanza ha fatto emergere, con i dovuti controlli, tutta l’operazione che c’era sotto l’intera gestione.
All’imprenditore Carmelo Lucchese, di 56 anni, sono stati sequestrati 150 milioni di euro, tramite decreto emesso dalla sezione di prevenzione del Tribunale di Palermo. All’uomo sono state sottratte le quote societarie, nonché il compendio aziendale della Gamac Group S.R.l che fu sequestrata nel 2021.
La società gestiva tredici supermercati a Palermo, Carini, Bologonetta, Bagheria, Termini Imerese e San Cipirello. Come hanno comunicato gli inquirenti che si stanno occupando del caso, “Gli esercizi commerciali sono stati nel frattempo ceduti a terzi dall’amministratore giudiziario nell’ambito delle linee guida approvate dal tribunale e, pertanto, oggetto della confisca è il ricavato della vendita“.
L’imprenditore gestiva i suoi affari, senza pagare il pizzo, in quanto si avvaleva dell’appoggio dei boss della mafia, secondo quanto riferito dagli inquirenti. I giudici, infatti, sottolineano che “seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi ‘colluso‘”, visto che ha lavorato nel settore della grande distribuzione alimentare, “sotto l’ala protettiva di Cosa nostra, in particolare la famiglia di Bagheria“.
Avvalendosi di tale supporto, la concorrenza, in tal senso, sarebbe stata drasticamente ridimensionata, consentendo, dunque, all’imprenditore di acquisire imprese concorrenti e di controllare l’intero settore, esercitando, in tal senso, un controllo completo del comparto della grande distribuzione alimentare.
L’impero imprenditoriale di Carmelo Lucchese era protetto da un “trucco” messo in atto per eludere i controlli, mediante la devoluzione a un trust. La Guardia di Finanza fa sapere che, grazie a questo escamotage
“le possidenze societarie e immobiliari dell’imprenditore sono state formalmente trasferite a un professionista (cosiddetto trustee), incaricato di gestirle come se ne fosse proprietario, assumendo, cioè, le principali decisioni relative alla vita dell’azienda e degli altri beni“.
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