Marcello Dell’Utri indagato a Firenze si è avvalso della facoltà di non rispondere: l’ex senatore di Forza Italia è indagato nell’inchiesta delle stragi di mafia.
Marcello Dell’Utri non verrà ascoltato dai pm oggi a Firenze, indagato nelle inchieste delle stragi di Mafia nel periodo risalente al 1994 e alle presunte pressioni di Dell’Utri sui boss. L’ex Senatore di Forza Italia non si è infatti recato in Toscana per deporre, in Procura. Sono i pm Luca Tescaroli e Luca Turco, a capo dell’inchiesta sui presunti mandanti esterni delle stragi di mafia del 1993 a Roma, Firenze e Milano.
I legali di Marcello Dell’Utri hanno fatto sapere che l’ex senatore indagato per concorso esterno in associazione mafiosa si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Nei giorni scorsi, sempre nell’ambito dell’inchiesta delle stragi di mafia del 1993 nella quale è coinvolto l’ex Forza Italia, gli investigatori di Firenze hanno proceduto con le perquisizioni dell’abitazione di Dell’Utri che oggi si sarebbe dovuto presentare nel capoluogo toscano in Procura per parlare con i pm Luca Tescaroli e Luca Turco a capo dell’inchiesta.
Le accuse, gravissime per l’ex senatore che ha già scontato una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, sono quelle di aver sollecitato e incoraggiato anche il boss Filippo Graviano, oltre che Giuseppe, nelle loro strategie stragiste. L’ipotesi accusatoria è appunto quella dell’istigazione nei confronti dei boss alla campagna stragista in modo tale da favorire poi tramite le pressioni effettuate verso lo stato l’ascesa di Forza Italia nel 1994. La stessa inchiesta aveva visto partire le indagini a carico di Silvio Berlusconi, fondatore del partito.
Una tesi, quella della Dda, che secondo il legale Francesco Cetonze, difensore di Dell’Utri, appare “incredibile e di fantasia“. Increduli per la ripresa delle indagini non solo gli avvocati dell’ex senatore ma anche alcuni dirigenti e parlamentari di Forza Italia. Indagini che hanno scatenato nuovamente polemiche.
Si è parlato addirittura, per le indagini che riguardavano anche Silvio Berlusconi morto un mese fa, di persecuzione post-mortem. Lo ha detto ieri Marina Berlusconi in una lettera al Giornale, parlando delle accuse rivolte al padre e a Dell’Utri, i quali sarebbero accusati di essere i mandanti delle stragi di mafia 1993.
Le polemiche e il caos è arrivato anche alla politica, con la richiesta di rivedere la giustizia e con la riforma preparata da Nordio. Marina Berlusconi sul Giornale aveva scritto infatti: “Tutti abbiano diritto a una giustizia che, come si legge nelle aule di tribunale, sia uguale per tutti“. Ma la stessa Giorgia Meloni in questi giorni avrebbe garantito che le leggi al riguardo non dovrebbero essere intaccate, andando proprio contro la volontà del suo ministro.
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