Si contano due morti nella sparatoria avvenuta a Palermo in via Falsomiele intorno alle 10.30 del 3 marzo 2016. I due incensurati erano a bordo di una Fiat 500, dopo essere stati affiancati dai killer sono stati freddati con numerosi colpi di pistola, dopo un tentativo disperato di fuga a piedi. Le due vittime sono Giuseppe Vella, 53 anni, e Vincenzo Bontà, 44 anni, genero del boss Giovanni Bontade in quanto sposato con la figlia Daniela.
QUAL E’ LA MAFIA PIU’ PERICOLOSA IN ITALIA?
Nello stesso quartiere dove sono stati uccisi Bontà e Vela, lo scorso tre 3 ottobre era stato ucciso a colpi di pistola Mirko Sciacchitano, il cui rivale fu intercettato mentre cantava ‘volare’, dopo l’omicidio.
Il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi è intervenuto in seguito al duplice omicidio affermando: ”purtroppo dobbiamo registrare la permanente vitalità, che del resto avevamo segnalato con forza fino a pochissimo tempo addietro, delle organizzazioni operanti sul territorio e ribadisco ancora una volta: se qualcuno pensa che la mafia sia stata sconfitta e tutto sia finito, evidentemente non ha capito ancora niente”.
Nonostante gli inquirenti siano del tutto certi che la sparatoria a Palermo sia stata eseguita con modalità mafiosa, gli amici delle vittime non ci stanno, e raccontano, come si legge sul Corriere: ”Vincenzo è una persona buona — dice uno di loro accorso sul luogo del delitto — e non avrebbe fatto male a una mosca ma si portava il marchio di avere sposato una Bontade, ma lui a Falsomiele non frequentava e non voleva frequentare nessuno. Ci conosciamo da anni ha provato a fare l’imbianchino e si occupava di animali e non ci credo che sia lui ucciso per terra e povero anche Giuseppe Vela; lui fa il giardiniere e il tagliaerba nella zona, non c’entra nulla in questa storia. È tutto terribile”.
L’avvocato Giovanni Bontade (ucciso il 28 settembre del 1988, insieme alla moglie Francesca Citarda) era fratello del Boss Stefano e figlio di ”don” Paolino e il rapporto di parentela fra Bontà e Bontade ha dunque messo in allarme gli inquirenti che ora stanno indagando su questo nuovo duplice omicidio. Ricordiamo che il capomafia Stefano fu assassinato nel 1981 durante la ”guerra” che portò al vertice dell’organizzazione i corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano e mise in disparte le famiglie palermitane. Dopo l’uccisione del fratello, Giovanni si schierò proprio con i corleonesi per gestire il potere del mandamento di Santa Maria di Gesù, secondo quanto dichiarato dal pentito Tommaso Buscetta. I corleonesi poi decisero di uccidere Giovanni per mano del suo luogotenente Pietro Aglieri, in seguito posto a sua volta a capo della cosca.
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…
Il riscaldamento a pavimento è una delle soluzioni più moderne e apprezzate per il comfort…