Tutti i principali boss della mafia, camorra e ‘ndrangheta sono stati da poco trasferiti dalle carceri dove stanno scontando la pena con regime del 41 bis. La notizia, battuta dall’Agi, che riporta fonti Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, arriva in un periodo delicato, con le organizzazioni criminali in fase di riorganizzazione, notizie di attentati sventati e dopo le rivelazioni e minacce di Totò Riina arrivate dall’interno del carcere di Opera. Il boss dei boss è stato dunque trasferito insieme a Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano: l’operazione ha coinvolto 200 detenuti sottoposti al carcere duro. Tutto è avvenuto in un mese, da marzo, con misure di sicurezza e segretezza eccezionali e quasi in contemporanea.
Secondo il Dap, si tratta di un’operazione di routine, per evitare che i capi mafia rimangano troppo tempo nello stesso carcere, ma gli ultimi avvenimenti nonché le proporzioni dell’operazione fanno pensare che dietro questa decisione ci sia qualcosa d’altro.
Quasi tutti i capi della mafia, camorra e ‘ndrangheta sono stati trasferiti, a iniziare da Riina, detenuto a Opera e che proprio dal carcere del milanese ha lanciato nuove minacce ai magistrati di Palermo: ora il boss mafioso si trova a Parma. Trasferimento anche per Provenzano, che dal reparto detenuti dell’ospedale Civile di Parma era stato trasferito al carcere di Opera. Di ieri la notizia del ricovero all’ospedale San Paolo di Milano per le condizioni di salute sempre più precarie: un mese fa il ministro Andrea Orlando gli aveva confermato il regime di carcere duro e lo stesso ministro aveva chiesto chiarimenti sul trasferimento e il ricovero del boss.
Nel corso degli anni i più importanti boss della criminalità organizzata sono stati spesso trasferiti proprio per evitare che nascessero nuove alleanze e che prendessero confidenze con il sistema di un carcere, riuscendo così a comunicare con l’esterno.
Nel 2007 i boss Benedetto Santapaola e Leoluca Bagarella vennero trasferiti in due carceri; il primo da Parma a Tolmezzo, il secondo da L’Aquila a Parma. In un primo momento si sarebbero dovuti scambiare le celle, ma il fatto che entrambi avessero fatto la stessa denuncia di smarrimento della fede nuziale in cella, ha fatto sospettare contatti tra i boss per la nascita di un’alleanza tra i due.