Sono arrivati i risultati dell’autopsia di Mahsa Amini e secondo l’organizzazione di medicina legale di Teheran la 22enne è morta a causa di una malattia.
I medici che hanno effettuato l’autopsia della giovane 22enne Mahsa Amini, morta dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa, affermano che il decesso non può essere imputabile alle percosse.
La morte di Mahsa Amini ha puntato gli occhi del mondo intero sulla violenza e sui soprusi che vengono utilizzati di consueto la polizia morale in Iran. La giovane che è stata arrestata per aver indossato male lo hijab è deceduta durante la sua detenzione presso le forze dell’ordine.
La questione ha sollevato polemiche che si sono poi trasformate in manifestazioni per la libertà e contro le leggi morali prima in Iran e poi in tutto il mondo. I segni di percosse sul corpo della giovane deceduta non hanno lasciato molto spazio all’immaginazione nonostante la polizia abbia affermato che Masha sia stata colta da un infarto fatale.
Le rivolte si sono fatte man mano più numerose e la polizia ha utilizzato ulteriore violenza per sedarle. Hanno sparato su studenti e universitari e durante la repressione delle numerose manifestazioni le forze dell’ordine hanno ucciso moltissimi partecipanti, si parla di 82 persone. Subito dopo Amini, deceduta il 16 settembre, è morta sotto colpi d’arma da fuoco il simbolo delle proteste, ovvero Hadis Najafi ‘la ragazza dalla coda bionda’.
Qualche giorno fa è stata ritrovata anche Nika Shakarami, 17enne scomparsa il 20 settembre durante le proteste. La ragazza è morta e ai genitori inizialmente le autorità hanno permesso soltanto di vedere il volto per poter effettuare il riconoscimento. Hanno riferito ai media locali che aveva il cranio fracassato e una lastra ha poi mostrato tutte le ossa rotte.
Tornando ad Amini, l’organizzazione di medicina legale di Teheran ha disposto l’autopsia sul corpo della giovane per verificare le cause del decesso. Oggi è stato divulgato l’esito delle indagini eseguite sul corpo della 22enne iraniana.
Il rapporto dell’organizzazione di medicina legale di Teheran riporta che la causa della morte di Amini è stata causata da una pregressa patologia. Viene categoricamente smentito il legame tra il decesso e le percosse.
Si legge: “È deceduta per insufficienza multiorgano causata da ipossia cerebrale”. Viene spiegato inoltre che la ragazza è stata operata per un tumore al cervello che le ha provocato disturbi fisici importanti.
Le autorità riferiscono inoltre di problematiche legate all’asse ipotalamo-ipofisario, una malattia per la quale era stata trattata con idrocortisone, levotiroxina e desmopressina.
Questo emerge dopo il racconto fatto dal cugino della vittima dell’emittente Sky News UK che evidenzia però un altro quadro. Erfan Mortezaei rivela che un testimone ha dichiarato che durante il viaggio verso la questura la giovane è stata picchiata e insultata.
Ma non è la cosa che racconta il cugino che spiega dell’esistenza di un referto medico che attesta che la 22enne è arrivata all’ospedale già clinicamente morta. Il referto riporta che la morte è stata causata da un colpo alla testa che ha a sua volta prodotto una commissione celebrale.
Intanto, le manifestazioni proseguono e gli Usa hanno preso le difese dei manifestanti annunciando che avrebbero emesso sanzioni verso gli iraniani tentando di fermare l’onda violenta del governo. Il capo di stato Raisi ha più volte esortato le forze di polizia religiosa ad utilizzare tutti i mezzi necessari per porre fine alle rivolte autorizzando anche le autorità a sparare sulla folla.
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