Volgendo lo sguardo al secolo scorso, riuscireste a ricordare le principali malattie del ‘900? Ormai siamo abituati ad assistere, grazie alla medicina tradizionale, alla chirurgia e alle costanti scoperte scientifiche, a un miglioramento costante delle condizioni di salute dell’uomo e al conseguente innalzamento dell’età media di sopravvivenza. Eppure sono molte le patologie del secolo scorso che hanno provocato milioni di morti in tutto il mondo, la Spagnola, l’influenza Asiatica, il vaiolo, la tubercolosi, malattie che oggi sono (quasi tutte) soltanto un ricordo, grazie alle scoperte scientifiche del ‘900, grazie ad esempio ai vaccini e alla Penicillina. Noi abbiamo voluto fare un salto nel passato, per scoprire da vicino quelle malattie che per chi è sopravvissuto, ancora oggi rappresentano un incubo. Vediamo le principali malattie del ‘900, la loro storia, le cure che le hanno debellate e ancora le principali scoperte medico-scientifiche del ‘900.
Tra le più note patologie del ‘900 si annovera la Spagnola, malattia che comparve per la prima volta nel 1918, ad Haskell County, nel Kansas: colpì inizialmente l’esercito a Fort Riley, poi si diffuse in tutti gli accampamenti dell’esercito negli Stati Uniti e lungo le vie di comunicazione del trasporto militare. Ma la prima segnalazione relativa a questa nuova patologia arrivò dalla Spagna, nel febbraio del 1918, quando un’agenzia stampa dichiarò: ‘Una strana forma di malattia a carattere epidemico è comparsa a Madrid … l’epidemia è di carattere benigno non essendo risultati casi mortali’. E fu proprio in seguito a quella notizia che la malattia assunse il nome di Spagnola: secondo alcuni studiosi dell’epoca, la pandemia potrebbe aver avuto origine dalla fiera internazionale del pollame nello stato americano dell’Utah, secondo altri invece la causa sarebbe da attribuire alle massicce ondate di immigrati provenienti dalla Cina, luogo probabile d’origine del virus. Durante il picco influenzale della Spagnola si registrarono moltissimi casi di polmonite e un’elevato tasso di mortalità giovanile. Il virus, insieme ai militari americani, approdò in Europa dove si diffuse rapidamente, provocando una vera e propria epidemia, i cui esiti, in termini di contagiati e vittime, non sono mai stati quantificabili con certezza. Alcune stime parlano di un numero di decessi compreso tra i 300 e i 600.000.
La Spagnola aveva sintomi simili a quelli di una normale influenza: febbre elevata, dolori muscolari e spossatezza. Dopo i primi giorni, anziché regredire, subiva un grave peggioramento: la febbre si innalzava ulteriormente, i tessuti degeneravano, comparivano muco e sangue nei polmoni. Le persone maggiormente colpite furono i giovani, uomini e donne in perfette condizioni fisiche. La malattia si diffuse in tutto il mondo provocando 25 milioni di morti in sei mesi. Ma secondo alcune stime il numero dei morti sarebbe superiore al doppio di questa cifra, presumibilmente pari a 100 milioni. Secondo alcuni studiosi, il numero impressionante di morti fu dovuto anche alle disastrose condizioni socio-economiche dovute alla prima guerra mondiale, che portò a una diffusa carenza di cibo.
Un’altra ‘celebre’ malattia del ‘900 fu l’Asiatica: la pandemia si manifestò per la prima volta nel 1957, in Cina, ma in breve tempo si diffuse in tutto il sud est asiatico, prendendo appunto il nome ‘Asiatica’. Il virus dell’influenza Asiatica, di origine aviaria, fu identificato nel sottotipo H2N2. La pandemia riuscì a raggiungere ogni parte del mondo in 8 mesi, provocando da uno a due milioni di vittime.
La tubercolosi, definita anche tisi, deperimento, scrofola, mal sottile, morbo di Pott, piaga bianca, è stata una delle malattie del ‘900 più diffuse, anche se la sua esistenza si registra da 15000 o 20000 anni. Già in alcune ossa del Neolitico è stata rinvenuta la presenza del batterio responsabile della tubercolosi, anche se la sua diffusione è divenuta nota soltanto nel diciannovesimo secolo. Il picco di diffusione del mal sottile è stato identificato tra la fine del diciottesimo secolo e il diciannovesimo. Il suo alto tasso di mortalità nell’epoca del Romanticismo, portò molti a definire la tubercolosi come la ‘malattia romantica’. La tubercolosi è causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis, noto anche come bacillo di Koch dal nome del medico tedesco che lo individuò a fine ‘800. I sintomi principali della patologia sono tosse accompagnata da emottisi, ovvero presenza di sangue, dolore al torace, sudorazione, febbre, debolezza, mancanza di appetito e dimagrimento. In alcuni casi il batterio può contaminare anche altri organi, generando problemi a reni, pelle, sistema linfatico e apparato circolatorio.
Il vaiolo è un’altra delle principali malattie del ‘900, che fortunatamente oggi è stata completamente debellata grazie al vaccino. Il vaiolo è una malattia contagiosa di origine virale, causata dal Variola Virus, che nel 30% dei casi risulta fatale. L’ultimo caso identificato al mondo di vaiolo risale al 1977, in Somalia. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ufficialmente eradicata questa malattia, nel 1980 e dall’anno successivo è stata sospesa la vaccinazione obbligatoria. Esistono due forme cliniche di vaiolo: la più comune è quella causata dal virus Variola major che provoca febbri elevate e la comparsa di pustole ulceranti su tutto il corpo; c’è poi quella causata dal virus Variola minor, meno pericolosa, con un tasso di mortalità inferiore all’1%.
Nei secoli scorsi e anche nel ‘900, si parlava della cosiddetta malattia del fianco, molto probabilmente riferendosi anche ad attacchi di appendicite. In passato i casi di decessi per appendicite erano molto più frequenti, per via della difficoltà diagnostica, delle tecniche chirurgiche disponibili e delle complicazioni post operatorie.
L’ultima malattia del ‘900, in ordine cronologico, è l’AIDS: si ritiene ufficialmente sia stata scoperta per la prima volta nel 1981, quando fu individuata una nuova malattia in alcuni pazienti negli Stati Uniti, in realtà l’infezione esisteva già da diversi anni, ma nessuno era mai stato capace di identificarla e veniva costantemente scambiata per altro. Si diffuse rapidamente in tutto il mondo come una vera e propria pandemia, che per lungo tempo ebbe esito fatale per una percentuale che sfiorava il 100%. Dal 1996, grazie a una combinazione di farmaci è possibile ‘paralizzare’ il virus, bloccando di fatto lo sviluppo della sindrome immunodepressiva, senza riuscire a eradicarlo, ma stabilizzandolo in una condizione di cronicità. Oggi l’HIV è diventata endemica nei Paesi più poveri del mondo, dove il tasso di mortalità cresce con costanza esponenziale, per via delle disastrose condizioni economiche, che impediscono di fatto l’accesso alle cure ancora estremamente costose.
La più importante delle scoperte scientifiche del ‘900 è senz’altro quella della penicillina, il primo antibiotico introdotto in medicina, ricavato dai funghi Penicillium. Chi ha scoperto la penicillina? Il merito è tutto del dottor Alexander Fleming, che nel 1929, grazie alla sua scoperta è diventato il simbolo di una nuova era della medicina moderna. Gli antibiotici appartenenti alla classe delle penicilline sono infatti estremamente importanti dal punto di vista storico, perché sono stati i primi in grado di debellare infezioni sino a quel momento ritenute mortali. Qualche esempio? La penicillina è stata in grado di sconfiggere gravi infezioni da Stafilococco, Sifilide e anche Enterococcus Faecalis (trasmissione principalmente nosocomiale, tramite strumenti infetti come cateteri uretrali). Ancora oggi la penicillina viene ampiamente utilizzata, anche se con il trascorrere dei decenni, molti batteri hanno sviluppato resistenze a questa classe di antibiotici. Chi ha inventato la penicillina ha inequivocabilmente segnato la storia delle medicina moderna, dando il via a una svolta epocale nella cura di molte infezioni di origine batterica, che sino a quel momento hanno mietuto migliaia di vittime.
Un’altra grande scoperta in ambito farmacologico del ‘900 è stata il Cortisone. A scoprire uno dei più potenti antinfiammatori e antidolorifici tuttora disponibili fu il premio Nobel Edward Calvin Kendall, nel 1944. La sua scoperta permise di iniziare a curare patologie invalidanti come l’Artrite Reumatoide fino a quel momento senza cure.
Nel Novecento è stata scoperta anche la Morfina, il principale oppiaceo utilizzato per la cura del dolore acuto e cronico. Alcaloide contenuto nell’oppio, ricavato dal Papaver somniferum.
Infine, tra le scoperte scientifiche del ‘900 che hanno segnato la storia, si annovera l’individuazione della Doppia Elica del DNA, da parte di Watson e Crick, nel 1953. Grazie a questa scoperta epocale, è stato possibile nei successivi decenni, individuare la mappatura del genoma umano, che ha consentito lo sviluppo di cure personalizzate grazie allo studio del profilo genetico dei pazienti.
Proprio all’inizio del nuovo millennio, nel 2003, è stato completato il Genoma Umano, un progetto di ricerca scientifica internazionale il cui obiettivo principale era quello di ‘individuare la sequenza delle coppie di basi azotate che formano il DNA e di identificare e mappare i geni del genoma umano dal punto di vista sia fisico sia funzionale’. La decifrazione dell’intero DNA aprirà strade inimmaginabili per la cura e la prevenzione di un numero enorme di patologie croniche e mortali. E’ senz’altro la più rivoluzionaria delle ultime scoperte mediche.
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