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Malattie dell’apparato respiratorio: le patologie più gravi

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Le malattie dell’apparato respiratorio colpiscono circa il 10% della popolazione italiana. L’asma è una delle malattie respiratorie più frequenti e spesso è peggiorata dal fumo di sigaretta e dall’inquinamento ambientale tipico delle città. Non è una patologia curabile, ma fortunatamente oggi esistono terapie efficaci e ben tollerate per curarla. Si annoverano poi la bronchite cronica a carattere ostruttivo e l’enfisema, tuttora causa di invalidità tra i fumatori, le fibrosi polmonari e la sindrome da apnee ostruttive del sonno. Infine, ma non certo per importanza, il tumore del polmone: attualmente rimane uno dei più diffusi e per il quale c’è una mancanza di soluzioni terapeutiche soddisfacenti. Vediamo nel dettaglio la sintomatologia e le cause delle patologie respiratorie più gravi e i problemi respiratori da ansia.

Malattie polmonari: elenco delle più gravi

Le malattie dell’apparato respiratorio sono numerose, alcune in particolare sono in continuo aumento anche a causa dell’alto tasso di inquinamento presente soprattutto nelle aree urbane. Ecco l’elenco delle malattie polmonari più gravi:

L’asma fa parte delle malattie respiratorie croniche ostruttive L’asma è una patologia infiammatoria cronica delle vie aeree, che causa un’infiammazione cronica dei bronchi con iperreattività polmonare a numerosi agenti irritativi. Sono circa 300 milioni nel mondo le persone affette da asma. E’ una malattia che può insorgere a qualsiasi età e non necessariamente è legata a una condizione allergica. I sintomi principali dell’asma sono: ricorrenti episodi di dispnea, caratterizzati da respiro sibilante, senso di pressione toracica, tosse persistente. Gli attacchi sono più frequenti la mattina e la sera. L’asma è una malattia dell’apparato respiratorio da cui non si può guarire, ma che può essere tenuta sotto controllo grazie all’assunzione di diversi farmaci, quali ad esempio, corticosteroidi, broncodilatatori e cortisone; nei casi più gravi si deve ricorrere alla somministrazione di ossigeno. Quando invece, l’asma non è tenuta sotto controllo, lo stato infiammatorio rende le pareti delle vie aeree ispessite ed edematose, ostacolando il normale passaggio dell’aria. Inoltre la muscolatura che riveste i polmoni può contrarsi bruscamente provocando il cosiddetto broncospasmo, che riduce ulteriormente il passaggio nell’aria e limita l’apporto di ossigeno all’organismo.

La broncopneumopatia cronica a carattere ostruttivo rientra tra le malattie respiratorie ostruttive e croniche. Detta anche semplicemente BPCO, è una malattia dell’apparato respiratorio che causa una parziale e progressiva ostruzione delle vie aeree, ovvero una riduzione persistente del flusso aereo. Chi è affetto da BPCO vive una condizione costante di respirazione difficoltosa, a cui si aggiungono tosse persistente, produzione abbondante di muco e rantolo respiratorio notturno. È considerata la quarta causa di morte in Europa e negli Stati Uniti d’America (almeno 65 000 morti all’anno) e dagli anni 2000 ha visto un notevole incremento della mortalità. La maggior parte delle persone affette da bronchite cronica ha la BPCO. La principale causa della broncopneumopatia cronica a carattere ostruttivo è il fumo di tabacco, a cui si aggiungono altri fattori, quali ad esempio l’inquinamento dell’aria e la genetica, che rivestono comunque un ruolo minore. Quando si è affetti da BPCO, le pareti polmonari diventano più spesse ed edematose, per effetto della contrazione delle fasce muscolari che rivestono i polmoni e per la presenza sovrabbondante di secrezioni mucose. La BPCO è una patologia dell’apparato respiratorio ampiamente prevenibile e trattabile, anche se non guaribile.

L’enfisema è una condizione clinica caratterizzata dalla progressiva distruzione degli alveoli polmonari, ovvero le terminazioni delle diramazioni polmonari più piccole, dove avvengono gli scambi gassosi tra il sangue e l’aria che respiriamo. La distruzione progressiva degli alveoli polmonari, causa la riduzione della superficie polmonare sulla quale avvengono gli scambi gassosi, fondamentali per il corretto funzionamento di tutto l’organismo. L’effetto di tale condizione è la drastica diminuzione di ossigeno, che a sua volta genera un aumento del livello di anidride carbonica trasportata nel sangue. I principali sintomi dell’enfisema sono: dispnea inizialmente da sforzo che poi diventa cronica e tosse persistente. Anche per l’enfisema la causa principale è rappresentata dal fumo di sigaretta. Le cure per l’enfisema esistono, ma non possono condurre a guarigione, poiché il danno polmonare prodotto non può essere riparato in alcun modo.

La fibrosi polmonare è una delle malattie respiratorie croniche, caratterizzata dalla progressiva cicatrizzazione del parenchima polmonare. In parole semplici, gli alveoli polmonari vengono, via via, ricoperti da tessuto cicatriziale, che li rende rigidi e meno capaci di portare a termine lo scambio gassoso tra ossigeno e anidride carbonica. Il risultato è che l’organismo si ritrova con un apporto di ossigeno insufficiente. Con la progressione della malattia respiratoria, il tessuto cicatriziale occlude anche i capillari degli alveoli polmonari, peggiorando ulteriormente gli scambi gassosi e compromettendo di conseguenza anche il funzionamento del cuore.

L’insufficienza respiratoria è una condizione patologica dell’apparato respiratorio, che consiste nell’incapacità di effettuare gli scambi gassosi: tale condizione genera un ridotto apporto di ossigeno e un eccessivo apporto di anidride carbonica nel sangue. Quando è bassa la concentrazione di ossigeno si parla di insufficienza respiratoria ipossiemica, mentre quando i livelli di anidride carbonica nel sangue sono elevati si parla di insufficienza respiratoria ipercapnica. In questo caso, nelle forme più gravi e in quelle a rapida insorgenza, l’eccesso di anidride carbonica porta il sangue ad avere un’acidità maggiore, che i reni tentano di tamponare: tale condizione può trasformarsi in un’emergenza medica. L’insufficienza respiratoria di tipo I è la forma più diffusa e si riscontra in tutte le patologie polmonari in fase avanzata. La forma di tipo II si riscontra invece nelle forme gravi di broncopneumopatia cronica ostruttiva e di asma. L’insufficienza respiratoria si suddivide inoltre in due forme, acuta e cronica. I pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica sovente sono caratterizzati anche da una disfunzione cardiaca nota come cuore polmonare cronico.

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, detta anche OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) fa parte delle malattie respiratorie ostruttive ed è caratterizzata da pause nella respirazione durante il sonno, causate all’ostruzione parziale o totale delle prime vie aeree. Le temporanee interruzioni della respirazione producono una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue. I sintomi più comuni della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno sono: sonnolenza diurna, russamento notturno, alterazione della potenzialità fisiche e psichiche durante la giornata. Si può effettuare una diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in presenza di un numero di apnee uguale o superiori a 5 episodi per ora di sonno, evidenza di sforzo respiratorio durante l’ostruzione, sintomi diurni come la sonnolenza. Si tratta di una malattia dell’apparato respiratorio molto più frequente nelle persone in sovrappeso o obese, nelle persone con il collo corto, infine ha una maggior incidenza negli uomini.

Problemi respiratori da ansia

Quando è stabilito con certezza che l’affanno non è prodotto da una patologia dell’apparato respiratorio, si può parlare di problemi respiratori da ansia. L’affanno è spesso causato dall’ansia e dall’angoscia, condizioni che provocano un’accelerazione del respiro (tachipnea). Avere un ritmo respiratorio normale infatti, significa non solo avere una buona condizione polmonare, ma anche un buon equilibrio psicologico. Quando l’ansia degenera in una crisi particolarmente grave, si verificano i cosiddetti attacchi di panico, che provocano forte difficoltà respiratoria, una sensazione acuta che ricorda l’angoscia della morte. Il soggetto in preda all’attacco di panico, manifesta giramenti di testa, sensazione di mancanza d’aria e vertigini. Per poter distinguere i problemi respiratori polmonari causati da patologie fisiche, da quelli prodotti da un forte stato di ansia, è indispensabile eseguire una serie di indagini cliniche specifiche, che il medico specialista saprà individuare.

Beatrice Elerdini

Beatrice Elerdini è stata una collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2019, occupandosi di cronaca e attualità. Degli stessi argomenti ha scritto su Pourfemme dal 2018 al 2019.

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