Si è svolta a Vicenza la nona edizione di ‘Vivere sani, Vivere bene‘, convegno dedicato a ‘La mente in Salute‘, in occasione del quale si sono approfonditi temi molto interessanti circa le nuove e molte possibilità che la tecnologia offre a professionisti e pazienti. Dalle basi fisiologiche e psicologiche del comportamento alla conoscenza del sistema nervoso centrale, passando per la consapevolezza dell’importanza di una corretta educazione alla salute, ecco di cosa si è parlato nell’appuntamento organizzato dalla Fondazione Zoè.
Un incontro organizzato per dare risposte scientifiche a tante domande su mente e benessere, in cui scoprire cosa sono le neuroscienze e cosa ci spiegano dei rapporti fra mente e cervello. Ma anche quanto è importante mantenere il nostro benessere mentale più a lungo possibile. E poi ancora che ruolo hanno le relazioni umane e le tecnologie per la salute della mente e come sta evolvendo il lavoro di cura? Quali passi avanti sono stati fatti e che futuro ci aspetta, ossia quanto possono intervenire il progresso scientifico e quello tecnologico a sostegno della prevenzione e della terapia? Queste e altre le tematiche trattate a Vicenza.
Ospiti illustri del convegno sono stati il prof. Alessandro Padovani (direttore della Scuola di specializzazione in Neurologia dell’Università di Brescia e direttore UO Neurologia 2 dell’AO Spedali Civici di Brescia) che ha tenuto l’approfondimento ‘Longevità e cervello: istruzioni per non invecchiare”, e Bastian Bloem, professore e neurologo al Radboud University Nijmegen Medical Centre, in Olanda, che ha approfondito il concetto di cura collaborativa e medicina partecipativa sperimentato in Olanda dai suoi team che curano patologie complesse come l’Alzheimer, il Parkinson e, più in generale, le malattie neuro-degenerative. Bloem, direttore medico del Centro Parkinson Nijmegen (Parc), che nel 2005 è stato riconosciuto come centro di eccellenza per la malattia di Parkinson, ha presentato un nuovo modello di sistema sanitario, con al centro il paziente e professionisti sempre più cooperanti per un comune obiettivo.
Un nuovo modo di pensare la medicina, in particolare riferimento alle patologie neuro-degenerative come il Parkinson, appunto, che permette di creare un contesto nel quale il paziente ha la possibilità di scegliere a chi affidarsi, comunicare facilmente con i professionisti della salute e altri pazienti proprio sul web – grazie a strumenti come ParkinsonNet, web community innovativa che fa della cura collaborativa e della medicina partecipativa il proprio baluardo – e partecipare attivamente allo sviluppo del trattamento anche in riferimento alla collaborazione con partner esterni ed aziende.
Il neurologo ha saputo mettere in luce le possibilità della tecnologia, dell’innovazione e della community focalizzandosi sulla differenza che passa tra “curare” e “avere cura di qualcuno o qualcosa”, e considerando auspicabile “Un continuo scambio tra pubblico e privato, dove i pazienti possano ricevere un costante supporto anche nell’adozione dei più corretti stili di vita”.
Come sottolineato da Isabella Sala, assessore alla Comunità del Comune di Vicenza: “Fondazione Zoè con la sua rassegna Vivere Sani, Vivere Bene offre ogni anno un prezioso contributo nel mondo della cultura della salute”. In questi anni gli italiani sono diventati sempre più anziani e bisognosi di aiuto. “In questo senso è importante diffondere il verbo di una medicina diversa, partecipata e talora persino ‘narrativa’, fatta di persone e tecnologie, più che di manuali e storia. E la vera sfida è riuscire a stare sempre più accanto alle persone sole, di oggi e del futuro”, conclude Sala.
Di seguito, una riflessione di Elena Zambon, Presidente della Fondazione Zoé, a chiusura della nona edizione di Vivere Sani Vivere Bene.
In collaborazione con AdnKronos
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