Mali: attacco in un resort di turisti occidentali

Bamako Mali

Domenica 18 giugno c’è stato un attacco in Mali: un residence turistico, frequentato principalmente da occidentali, è stato travolto da alcuni spari alla periferia di Bamako, la capitale del Mali. A diffondere la notizia è la France Presse tramite un messaggio su Twitter. Si parla di forti boati prodotti da colpi di armi automatiche: nell’area si è levato in cielo anche una colonna di fumo nero. Almeno due persone, tra le quali un cittadino franco-gabonese, sono rimaste uccise nell’attacco. Morti anche quattro degli assalitori; 14 persone, sia maliane che straniere, sono rimaste ferite.

Secondo alcuni testimoni la location finita sotto attacco sarebbe il camping Kangaba. Sul posto, situato in periferia sulla strada in direzione di Segou, sarebbero subito intervenuti i soldati dell’esercito del Mali e le forze francesi antijihadiste.

Il governo del Mali ha parlato di attacco jihadista, ma al momento non sono stati diffusi altri dettagli. Sempre il governo ha dichiarato che uno dei terroristi è riuscito a scappare, dopo essere stato ferito: sembra che nella fuga abbia abbandonato una mitragliatrice e delle bottiglie ricolme di sostanza esplosiva. Un portavoce del ministero della Sicurezza del Mali ha spiegato a Reuters che 32 ospiti del resort sono stati liberati dalle forze di sicurezza, dopo che erano stati presi in ostaggio dagli assalitori.

Mali: attentato al Radisson Blu

Non è la prima volta che la città di Bamako finisce sotto assedio di personaggi armati: il 20 novembre del 2015, un gruppo terroristico armato attaccò l’hotel Radisson Blu di Bamako, uno dei più lussuosi della capitale del Mali, prendendo numerosi ostaggi e uccidendo 27 persone.

Mali: attacco alla base militare nel nord del Paese

Soltanto due giorni fa, si è verificato un altro attacco armato alla base militare presente nel Nord del Paese africano: cinque soldati del Mali sono morti, mentre altri otto sono rimasti feriti. Il Mali sta diventando, suo malgrado, protagonista di un sistema di violenze, denunciato da cinque paesi del Sahel, i quali hanno sollecitato le Nazioni Unite, affinché venga istituito un contingente africano in grado di combattere il terrorismo nella regione.

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