Rapita famiglia di Ruoti, in provincia di Potenza, residente da anni in Mali. Si pensa ad un gruppo di jihadisti.
La famiglia composta da madre Maria Donata Caivano (conosciuta come Donatella) Caivano, di anni 62, padre Rocco Langone, di anni 64 e da Giovanni, figlio di anni 42 vivevano da anni in Mali, dove la scorsa notte sono stati rapiti probabilmente da un gruppo di jihadisti.
I tre erano originari del Comune di Ruoti, paesino in provincia di Potenza.
Il Comune di Ruoti, con un post su Facebook esprime apprensione e vicinanza alla famiglia delle tre persone rapite.
I concittadini della famiglia sperano di ricevere notizie più concrete nelle prossime ore e si augurano che la famiglia venga liberata il prima possibile.
Anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, esprime con un tweet la vicinanza alla famiglia delle tre persone rapite e fa sapere che seguirà tutti gli aggiornamenti sulla vicenda della Farnesina.
Una fonte della sicurezza maliana ha riferito di aver visto degli uomini armati nella serata di giovedì, il giorno del sequestro.
La famiglia vive in località Sincina, nel sud-est del Paese.
La Farnesina ha confermato l’ipotesi di rapimento e secondo la fonte della sicurezza maliana sono in corso delle trattative per la liberazione della famiglia.
I genitori del ragazzo sono testimoni di Geova e insieme ai tre è stato sequestrato anche un cittadino del Togo.
I due però non erano in Mali come missionari del movimento religioso, ha confermato l’Associazione dei Testimoni di Geova del Senegal.
Rocco Lagone, operaio, ormai in pensione, ha lasciato la Basilicata circa quarant’anni fa per trasferirsi in Lombardia, in Brianza, per lavoro.
La casa di Truggio non è abitata da anni dalla coppia e dal figlio, i tre si sono trasferiti dopo che Rocco è andato in pensione.
Erano contenti di vivere lì, ha fatto sapere la sorella di Rocco, Anna Maria; si vive bene e il clima è molto favorevole, con il caldo asciutto.
La Farnesina ha fatto sapere che l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri si sta adoperando nella ricerca della famiglia, facendo i dovuti accertamenti e le dovute verifiche; chiedendo, insieme alla famiglia, di mantenere la massima riservatezza sul caso.
Il ministro degli Esteri, Di Maio, sta seguendo attivamente l’evolversi della vicenda.
Il Mali, purtroppo è considerato “il buco nero del terrorismo islamico”.
I gruppi jihadisti, le milizie e i banditi del paese, causano da anni migliaia di morti tra civili e militari e anche centinaia di migliaia di profughi, nonostante la presenza dell’Onu e delle forze francesi e africane.
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