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Il maltempo al Nord Italia si è caratterizzato come un evento disastroso, che è costato al nostro Paese numerosi allagamenti, soprattutto in alcune regioni come la Liguria e la Lombardia. I cittadini sono stati messi a dura prova dalle condizioni meteo avverse, senza che si sia potuto fare niente per la prevenzione di questi disastri naturali. Il problema sarebbe da riscontrare in una mancanza di messa in sicurezza del territorio, perché spesso non si fa abbastanza anche in quelle zone che sono sottoposte ad un maggiore rischio.
E’ questo che denunciano in molti e in prima linea sono le associazioni ambientaliste, che vorrebbero che si facesse qualcosa, per evitare di incorrere in situazioni di questo tipo. Spesso il pericolo è legato all’eccessiva cementificazione. Si costruisce anche in quei punti in cui il terreno non lo permette, anche a costo di soffocare la natura. Le costruzioni incontrollate in molte aree d’Italia rappresentano un evento che si ripete di frequente e le politiche governative non sempre sono pronte a fronteggiare casi di questo genere. C’è anche chi accusa il fatto di mettere in atto parecchi condoni. Spesso si individuano le cause nei cambiamenti climatici, che portano alla tropicalizzazione del clima. Ma i responsabili dei mutamenti climatici siamo proprio noi uomini, che non facciamo abbastanza, per evitare l’inquinamento e per incidere nel senso di un impatto ambientale minimo. Dovremmo imparare tutti a far valere le nostre azioni, anche nella vita quotidiana, perché queste devastazioni sul territorio italiano dimostrano come il problema vada affrontato seriamente e in tutti i modi possibili. La lista di eventi negli ultimi 14 anni, giusto per rimanere in questo primo scorcio di secolo, è lunga e impressionante, e non risparmia nessuna zona d’Italia, al Nord e al centro come al Sud, isole comprese: Genova è solo l’ultima location di una tragedia destinata a ripetersi. Questo perché le cause hanno una lunga e nota origine, ma di interventi per rimediare, finora, nemmeno l’ombra.
Di fronte ai cambiamenti climatici che hanno sconvolto l’Italia sotto forma di periodiche ‘bombe d’acqua’, più simili a quanto accade in luoghi tropicali piuttosto che all’area del Mediterraneo, la fragilità del nostro territorio si trova inerme ed incapace di resistere alla potenza d’impatto di questa impressionante mole d’acqua, che viene scaricata in un tempo realtivamente breve. Il dissesto idrogeologico è un fatto ormai conclamato da tempo, e poco serve polemizzare con le mancate allerte, puntualmente rimarcate anche questa volta dal sindaco di Genova: ogni temporale può potenzialmente trasformarsi in una bomba d’acqua letale, ormai bisogna metterlo in conto. Invece è drammatica la latitanza delle istituzioni locali e nazionali nell’intervenire prontamente e rimediare alla cementificazione che ha distrutto la capacità del nostro territorio di assorbire l’acqua, come è stato ampiamente dimostrato dagli studi scientifici.
Il caso di Genova è in questo senso emblematico, ascoltando le parole di Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi: ‘In Italia abbiamo ben 2,5 miliardi di euro, già disponibili, in cassa, per la messa in sicurezza del territorio ma non li spendiamo, rischiamo di perderli. Questo è inquietante. I soldi ci sono ma è un problema di coordinamento ed anche di mentalità culturale. Cosa è stato fatto in 3 anni a Genova? Quale è stata la pianificazione? Sono stati fatti interventi non strutturali come i piani di protezione civile? In Italia resta un’assoluta mancanza di prevenzione, non più giustificabile visto il ripetersi ciclicamente dei fenomeni: come afferma saggiamente Carlo Malgarotto, presidente dell’Ordine dei Geologi della Liguria, ‘bisogna ridisegnare il territorio in maniera sostenibile. Si potrebbe ad esempio trattenere le acque a monte cercando di diluirle durante il percorso. Non possiamo spostare mezza Liguria ma possiamo invece fare la prevenzione con interventi sostenibili. Da tempo diciamo che c’è la necessità di convocare tavoli istituzionali ma purtroppo questi tavoli non siamo noi che dobbiamo convocarli‘. Oggi la tragedia ha toccata a Genova, città tra le più pericolose d’Europa per dissesto idrogeologico secondo gli esperti, ma domani toccherà qualche altra località italiana. E’ solo questione di tempo.