La tragedia dell’Emilia Romagna, flagellata dal maltempo, ha lasciato attonita l’Italia e ora si arricchisce di una testimonianza d’eccezione, quella di Arrigo Sacchi. Lo storico allenatore del Milan è nato e vive tutt’ora in provincia di Ravenna e, raggiunto da La Repubblica, ha raccontato i momenti terribili che ha vissuto. A Sacchi questa esperienza ha riportato alla mente quanto accadutogli quando aveva appena tre anni, e si trovò in una situazione simile. Il mister ha poi usato parole forti per definire la situazione del Paese e come si sia potuti arrivare a questo disastro.
A raccontare l’orrore e la paura di questi giorni di dramma, anche lui, Arrigo Sacchi, storico mister del Milan e della nazionale italiana. Lo sportivo è originario di Fusignano, nel Ravennate, ed è proprio qui che è tornato a vivere da tempo e ha vissuto momenti drammatici che ha raccontato a La Repubblica. Il maltempo che sta colpendo l’Emilia Romagna non solo gli ha riportato alla mente un fatto accaduto quando aveva appena tre anni, ma lo ha visto protagonista dei primi momenti di terrore, quando le piogge e le piene dei fiumi hanno iniziato la loro azione distruttiva. Una situazione che lo ha portato anche a fare dichiarazioni dure e quasi rassegnate, al contempo, sui motivi che hanno portato a una tragedia di tali proporzioni.
“Quando si arrabbia, la natura è sempre più forte di noi. A Fusignano scorre il Senio, che non sarà il Mississippi ma in questi giorni non c’è mica da scherzare. Stiamo vivendo un’alluvione che mi ha risvegliato quello che forse è il primo ricordo della vita” inizia così, l’intervista che Arrigo Sacchi ha rilasciato a La Repubblica, rivivendo questi giorni terribili di maltempo che ha colpito con tutta la sua violenza l’Emilia Romagna, la sua terra.
“Ho tre anni, e mi caricano sul tubo della bicicletta per portarmi a guardare il fiume che è uscito dall’argine. Rivedo quella scena perfettamente, in ogni dettaglio, come se fosse avvenuta poche ore fa. Ricordo i sacchi di sabbia, un muro per fermare almeno un po’ quel disastro” ricorda il mister dello storico Milan degli anni Ottanta e della Nazionale italiana.
Quando scoppia il finimondo, Sacchi è seduto davanti alla televisione, guardando il ritorno della semifinale di Champions tra Inter e Milan. È in quel momento che a tutti i cittadini arriva l’ordine di mettersi in salvo: “È arrivato l’ordine di salire ai piani alti delle case per metterci al sicuro. L’ho fatto anch’io, immediatamente: qui bisogna essere in forma per forza” ha raccontato al giornalista Maurizio Crosetti.
E non può fare a meno di commuoversi, pensando a ciò che sta passando la sua Regione, che conta già più di 10.000 persone sfollate, numerosi dispersi e 9 vittime: “A meno di dieci chilometri è uscito tutto. E non smette di piovere nemmeno per un minuto. Viene un nodo alla gola”.
Il pensiero non può andare poi che alle istituzioni e a ciò che hanno fatto per la zona e che potrebbero fare per risolvere una situazione disastrosa, con miliardi di euro di danni. “Siamo un Paese vecchio, dove prevenzione e merito sono parole sconosciute. In Italia nessuno sa fare squadra” constata amaramente l’ex allenatore, dichiarando di conoscere Bonaccini, il presidente Pd dell’Emilia Romagna, e ritenerlo una persona valida, ma non in grado di sistemare in due o tre anni quanto lasciato abbandonato per lungo tempo.
“Pensiamo di essere sempre i più furbi invece siamo una nazione piena di debiti. Non c’è quasi mai un progetto, non c’è strategia, solo tattiche improvvisate: come nel calcio” ha concluso poi quasi con rassegnazione il mister.
Nativo di Fusignano, nel Ravennate, 77 anni, Arrigo Sacchi è considerato uno dei migliori allenatori di calcio al mondo, conosciuto anche come Il profeta di Fusignano ed inserito nel 2011 nella Hall of Fame del calcio italiano.
Dopo gli esordi come giocatore nel calcio, chiude la sua carriera proprio con la squadra calcistica del suo paese, della quale diviene subito dopo allenatore. Dopo un po’ di gavetta, arriva al Parma, riportandolo in serie B e rendendolo protagonista di una clamorosa vittoria in Coppa Italia contro il Milan, a San Siro.
Dall’anno successivo passa ad allenare proprio i rossoneri, introducendo il modulo 4-4-2 e promuovendo uno stile di gioco offensivo. Grazie a lui, nei quattro anni in cui ne sarà mister, la squadra di Silvio Berlusconi diventa una delle più forti al mondo, vincendo uno scudetto e due Coppe dei campioni, tra le tante.
Nel 1991 diventa ct della Nazionale italiana, che grazie alla sua guida riuscirà ad arrivare seconda ai Mondiali USA del 1994. Nel 2001 si ritira quindi dalla professione di allenatore. Da quel momento, collabora con Mediaset e Rai come commentatore e opinionista sportivo e nell’aprile del 2023 è uscito su Prime Video un documentario a lui dedicato, “Arrigo Sacchi – La favola di un visionario”.
Da sempre legatissimo alla sua terra, ha sempre mantenuto in particolare i legami proprio con Fusignano, oggi tra le cittadine romagnole più martoriate dal maltempo, e ha vissuto sulla sua pelle i tragici risultati della furia degli elementi. Una partita, questa volta, per lui, difficile da vincere.
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