Maltempo in Liguria, frane e allagamenti: si fa la conta dei danni

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Il maltempo in Liguria ha portato con sé molti danni. La regione intera è in allarme, con quartieri invasi da acqua e fango. In particolare la zona del levante si trova in ginocchio. Anche altre regioni sono state colpite oltre alla Liguria, sempre nel Nord Italia. In particolare il Piemonte e la Lombardia. A Milano ancora i trasporti sono in tilt e la Liguria teme che si verifichino nuove frane. A Venezia l’acqua alta ha toccato 115 centimetri, una punta molto elevata. In Toscana continuano ad essere sotto osservazione i fiumi.

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Nel frattempo il maltempo si sposta verso il Centro Sud. In Umbria la situazione è sotto monitoraggio e ci sono stati molti interventi da parte dei vigili del fuoco, soprattutto per portare fuori gli automobilisti, che sono rimasti con le vetture rotte nei sottopassaggi allagati. Diversi i temporali, gli alberi abbattuti e gli allagamenti.

Il sindaco di Genova, Marco Doria, ha invitato nei giorni scorsi i cittadini a non uscire di casa e a salire ai piani alti delle abitazioni nelle zone esondabili. A Voltri, nel Ponente, è esondato il torrente Cerusa provocando allagamenti. Domenica mattina è rimasto chiuso il tratto dell’A10 tra Genova Voltri e Genova Pegli in direzione del capoluogo ligure dove si sono svolti lavori di consolidamento di una frana. ‘Credo che siamo arrivati ad almeno un miliardo di euro di danni’, ha detto il presidente della Liguria, Claudio Burlando, in visita ai comuni del genovese devastati dall’alluvione. A Voltri, nel Ponente, è esondato il torrente Cerusa provocando allagamenti.

Nel capoluogo ligure anche la pioggia battente ha creato non pochi problemi. I rio Veilino a Staglieno ha superato gli argini, provocando allagamenti di strade, scantinati e di laboratori dei marmisti vicino al cimitero monumentale. “Sul Veilino – spiega l’assessore comunale alla Protezione civile Gianni Crivello – dovevamo avviare un lavoro di somma urgenza già stanziato, ma finché non termina allerta non possiamo materialmente intervenire“. La polizia municipale ha chiuso alcune vie e sottopassi nelle zone delle esondazioni, tra cui corso Perrone e via Cornigliano, due tra le principale arterie di scorrimento del ponente cittadino. Oltre all’allagamento in Corso Perrone a causa del rio Cervetto, all’altezza del Boschetto a Fegino è parzialmente crollato il muraglione del convento.

Bare nel fiume e disagi

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Almeno 70 feretri sono dispersi dopo il crollo di un muraglione del cimitero della Biacca a Bolzaneto, nel ponente di Genova. Bare di zinco sono state individuate nel Polcevera. Ma le frane hanno causato problemi in diverse zone: sulle alture di Pra’, in via Montecucco un costone di roccia ha investito una palazzina dove vivono tre famiglie che sono state sfollate. Problemi anche in via Fornace del Garbo a Rivarolo, con altri nuclei familiari costretti a lasciare le case. Uno smottamento ha interessato anche in via Gneo, a Sestri Ponente. Evacuata infine un’anziana dalla sua casa di via Montorsoli sulle alture di Voltri.

Bomba d’acqua a Chiavari

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I vigili del fuoco hanno recuperato le salme delle due vittime della frana di Leivi che si è abbattuta su una casa sbriciolandola. A dare la conferma del ritrovamento del primo corpo è stato il sindaco di Leivi, Vittorio Centanaro, che per tutto il giorno ha presidiato la zona delle ricerche. Il primo corpo recuperato è quello di Carlo Armenise, 73 anni. Poco dopo i vigili del fuoco hanno recuperato anche il corpo di Franca Iaccino, 69 anni, moglie di Carlo Armenise. Entrambi i corpi sono stati ritrovati sotto il fango nei pressi della loro casa, crollata nella serata di lunedì 10 novembre. Il sostituto procuratore Biagio Mazzeo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo il ritrovamento dei corpi. Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale di Lavagna e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria. La procura di Genova valuterà anche l’apertura di un fascicolo per disastro colposo. Il sostituto procuratore di Genova ha fatto sequestrare l’area. Il sequestro, a scopo cautelativo, è stato eseguito dai vigili del fuoco.

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Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha disposto l’invio a Chiavari, uno dei centri liguri più colpiti dall’ondata di maltempo, di uomini e mezzi della protezione civile del Veneto. Alle prime ore di martedì 11 sono partite alla volta della Liguria due squadre, attrezzate con motopompe, mezzi anfibi, gommoni, e dispositivi di protezione individuale per interventi in acqua e quant’altro sia utile per il soccorso in zona alluvionata. “Siamo pronti anche ad altri interventi – dice Zaia – se solo risulteranno necessari. Il Veneto e i veneti hanno subito tragedie simili nel passato e anche negli ultimi tempi. Sappiamo che cosa voglia dire e sappiamo quanto importante sia la solidarietà di tutti in questi momenti“.

Piogge, forti temporali a allagamenti sono stati segnalati in varie zone della Valfontanabuona, “con il repentino innalzamento del livello del torrente Lavagna e l’implosione di alcuni rivi che stanno esondando nel comune di San Colombano Certenoli. Gravi problemi alle linee elettriche, tv, telefoniche, internet, in diversi comuni. Danni ad impianti elettrici ed elettronici ad alcuni esercizi commerciali produttivi di San Colombano Certenoli e Carasco“, riferisce il comitato Salviamo la Fontanabuona.

I comuni interessati dalle maggiori criticità, secondo quanto riporta la protezione civile, sono stati quelli della zona di levante: Borzonasca, Carasco, Chiavari, Cogorno, Leivi, Mezzanego, Né, Lavagna e S. Colombano. Numerose sono le località invase da acqua e fango e diffusi i danni. In diverse situazioni sono intervenute squadre di soccorso per mettere in salvo persone in difficoltà. Le precipitazioni più significative, spiega ancora la protezione civile, sono state registrate in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana.

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Anche la casa circondariale di Chiavari, nell’alluvione che ha investito la cittadina del Levante, è finita sott’acqua. Lo ha reso noto il sindacato di polizia penitenziaria Uil, che spiega che ad essere colpiti sono stati soprattutto i sotterranei “dove sono custoditi gli archivi dell’istituto e il magazzino vestiario – ha spiegato il segretario Fabio Paganicon 80-90 centimetri di acqua presenti“. “Solo grazie alla professionalità e alla dedizione al servizio della Polizia Penitenziaria e di Direttore e Comandante che si sono attrezzati – ha detto il sindacalista – si è riusciti a garantire il controllo e la salvaguardia nei limiti del possibile dell’istituto privo di detenuti per ultimazione lavori“. “I poliziotti penitenziari – ha aggiunto Pagani – sono in servizio continuativo da ieri alle 16 e continuano anche in queste ore a salvare il salvabile in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco per la stima dei danni e il recupero del materiale“.


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Coldiretti: grave crollo della produzione alimentare

A far crollare la produzione alimentare, non ci pensa solo la crisi generale dei consumi. Un grosso contributo arriva infatti dal maltempo, che ha provocato un calo del 35% nel raccolto di olio di oliva, del 15% per quanto riguarda il vino e fino al 4% nel settore del grano duro destinato alla pasta. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, a commento dei dati Istat sulla produzione industriale a settembre, che segna un -0,4% nel comparto alimentare rispetto allo steso mese dell’anno precedente. Ad essere colpiti sono stati soprattutto i prodotti simbolo dell’autunno: se la vendemmia – sottolinea la Coldiretti – rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino made in Italy che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri, la produzione italiana di olio di oliva è crollata attorno alle 300mila tonnellate.

E’ allarme – continua la Coldiretti – anche per la produzione italiana di pasta a causa dell’eccessiva dipendenza dell’industria nazionale per l’acquisto di grano duro dall’estero, da dove arriva circa il 40% del fabbisogno nazionale. Se in Italia i raccolti di frumento duro hanno subito una leggera flessione (-4%), un calo consistente (10%) si è verificato nell’Unione Europea ed un vero e proprio crollo (27%) si è registrato in Canada, il principale fornitore dell’Italia. Complessivamente, secondo le stime dell’International Grains Council, la produzione mondiale dovrebbe attestarsi sui 34 milioni di tonnellate, con una riduzione del 15%. Anche per il raccolto nazionale di pomodoro da conserva per preparare polpe, passate e pelati da condimento si registra un calo delle rese per ettaro e la produzione rimane in linea con la media stagionale degli ultimi cinque anni solo grazie all’aumento delle superfici coltivate.

Cattive notizie anche sul fronte dell’ortofrutta. Anche se per alcune varietà, le raccolte rimangono ancora da completare o non sono ancora partite (mele, pere, uva da tavola, kiwi, agrumi), le stime sulla produzione complessiva non sono affatto rosee ed è previsto un calo rispetto allo scorso anno. E per le castagne – conclude la Coldiretti – si è toccato addirittura il minimo storico con una produzione nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di kg registrati lo scorso anno e pari ad appena 1/3 di quella di 10 anni fa.

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