Il maltempo e, quello che era stato definito “Uragano mediterraneo”, ha lasciato dietro di sé una scia di danni notevoli, in particolare in Sicilia, dove il settore ad esser più colpito è stato quello agricolo.
Campi completamente allagati, nessuna manutenzione per i fiumi e intere province e città che sono state letteralmente assalite dalla furia dell’acqua. La Regione ha richiesto lo stato d’emergenza.
È iniziata la conta dei danni del ciclone che ha investito, nei giorni scorsi, la Regione Sicilia. Danni, in particolare, al settore agricolo: campi allagati e colture che sono andate completamente sott’acqua. Una situazione davvero disastrosa e di estremo disagio.
Molte sono state le denunce, soprattutto della Coldiretti, la quale ha notato più volte la continua assenza di manutenzione, specie per i fiumi che costeggiano i campi. Tutto questo, ha portato, fra l’altro, all’allagamento degli stessi e al non più scolo dell’acqua piovana. Decine sono stati gli alberi sradicati, in particolare nelle zone rurali.
La Coldiretti ha sottolineato che il ciclone che ha colpito la Sicilia per 48 ore, ha provocato seri danni alle serre e ai raccolti. Raffiche di vento, pioggia incessante ed eventi estremi: in tutto sono stati 24 quelli che hanno flagellato diverse province della regione, fra le quali Ragusa, Catania e Siracusa: “Il gelo rischia di dare il colpo di grazia ai raccolti dopo il calo delle temperature anomalo delle settimane precedenti” – denuncia Coldiretti.
Una situazione che non è delle migliori: il Sud è sott’acqua, dopo mesi e mesi di siccità e gli stessi campi non riescono più ad assorbirla e ad immagazzinarla per quando non ce ne sarà. Il Nord, invece, sta combattendo contro la siccità.
E’ la Sicilia a soffrire maggiormente. A descrivere ancora meglio la situazione è il presidente della Cia Sicilia, Scardino, il quale ha scritto all’assessore regionale all’agricoltura, notificandogli gli ingenti danni provocati dal ciclone.
Danni strutturali e non, alle colture, ai campi e soprattutto ad alcune produzioni. I corsi d’acqua che sono esondati hanno prodotto, nel giro di poche ore, gli stessi danni che possono accadere, invece, quando c’è mancanza di irrigazione: “Dobbiamo invasare quest’acqua in eccesso e saperla distribuire, questa è una necessità dell’agricoltura siciliana non più rinviabile” – spiega Scardino.
Dal suo punto di vista, la Regione Sicilia ha chiesto lo stato d’emergenza. Il presidente Schifani ha sorvolato e visitato le zone più colpite insieme ai responsabili della Protezione Civile per avere una stima ed una quantificazione dei danni provocati.
Una situazione tragica, se pensiamo che, accanto agli eventi estremi invernali che hanno colpito la regione, con intense piogge e vento, ci saranno anche quelli estive, dove il sole non lascerà spazio alla pioggia. E su questo si deve investire, per poter trovare una soluzione concreta, per evitare di trovarsi in crisi anche in altri periodi dell’anno.
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