Roberto Ramacciotti, una delle vittime del maltempo a Livorno, è stato già ribattezzato “nonno eroe“. Perché lui, assicuratore da una vita e ormai prossimo alla pensione, è morto annegato, insieme al figlio Simone, per cercare di salvare il resto della famiglia. L’unica tratta in salvo, alla fine, è stata la piccola Camilla: se non fosse stato per nonno Roberto, oggi non ci sarebbe più nemmeno lei.
Livorno si è svegliata con il cuore a pezzi, lunedì mattina. Il violento nubifragio del giorno prima ha ucciso sei persone (ma il bilancio potrebbe peggiorare), distruggendo un’intera famiglia: papà, mamma, figlioletto e nonno.
Il maltempo di Livorno ha ucciso Roberto Ramacciotti, 65 anni; il figlio maggiore Simone, 37 anni; la nuora Glenda, 35 anni. Lavoravano tutti nel settore delle assicurazioni, a Empoli. E poi il figlio di Simone e Glenda, il piccolo Filippo, di quattro anni. L’unica a salvarsi è stata la sorellina di tre anni, Camilla. Grazie al nonno.
Stando al racconto di un vicino, nonno Roberto era riuscito a sfuggire alla furia di acqua e fango perché viveva al primo piano della palazzina di inizio 900, in via Rodocanacchi. Si è però tuffato per cercare di salvare i famigliari, imprigionati al piano terra, al di sotto del livello della strada, e proprio sopra il Rio Maggiore che stava esondando sfogando la sua furia.
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Roberto Ramacciotti è riuscito a prendere Camilla e consegnarla, salva, tra le braccia del vicino. Prima di rituffarsi nell’inferno senza riemergere mai più. Insieme a Simone, Glenda e Filippo.
«Roberto non voleva uscire per salvare la famiglia»
«Sono rientrato in casa per cercare di salvarli, nel frattempo è arrivato il nonno. Si nuotava, ma l’acqua era a 40 centimetri dal soffitto, al buio e saliva. Quando ho visto che superava l’arco della porta di ingresso mi sono immerso e sono uscito – ha raccontato un vicino dei Ramacciotti – Roberto Ramacciotti era a due metri da me ma non ce l’ha fatta a uscire. O forse non voleva uscire visto che aveva dentro il figlio, il nipote e la nuora. Ho cercato di salvarli finché potevo, ma 20 secondi in più e sarei morto anch’io. L’acqua saliva troppo velocemente».
«Erano la rappresentazione della famiglia serena»
«Erano loro la rappresentazione della famiglia serena», ricorda un amico di famiglia.
Facendo un ritratto di nonno Roberto. Oltre a essere un assicuratore stimato, era un grande sportivo e ogni weekend usciva in bicicletta. A 65 anni era a un passo dalla pensione. E non vedeva l’ora di andarci, per godersi moglie, figli e nipotini.