Kim Debling è una giovane donna che ha passato gli ultimi mesi di gravidanza con la consapevolezza di essere malata di cancro, una rara e aggressiva forma di tumore, il linfoma non Hodgkin. Oltre al fatto che si è sentita miracolata nel riuscire a portare a termine la gravidanza e a dare alla luce il suo secondogenito, ha dichiarato, in una recente intervista, che in fondo si sente felice a pensare di morire quando i suoi bambini sono ancora piccoli, perché – sostiene – non la ricorderanno e soffriranno meno a non vederla più.
Il coraggio di Kim
Kim Debling, 34 anni, era un controllore del traffico aereo della RAF.
Vive nella cittadina di Basingstoke, nell’Hampshire, ed è mamma di 2 bambini.
Dopo la diagnosi di linfoma non Hodgkin al quarto stadio avuta durante la prima gravidanza, la donna ha scoperto che la rara malattia era tornata, così come i suoi effetti, come le ferite sul viso, che la rendevano praticamente irriconoscibile.
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”Voglio che i miei figli non si ricordino di me”
E’ possibile per un figlio, anche se piccolo, dimenticare totalmente la madre? E’ possibile che tutti i ricordi vengano semplicemente spazzati via senza lasciare traccia solo perché passa del tempo? Ne è convinta Kim, che potrebbe morire da un momento all’altro ma che si sente felice, nonostante tutto, perché i figli sono ancora piccoli e quindi pensa che non soffriranno quando morirà. Una magra consolazione, ma pur sempre una consolazione: ‘Avranno ricordi vaghi, sono piccoli, soffriranno meno’, ha ripetuto.
“Nessun personaggio Disney è diventato un eroe senza perdere un genitore, non voglio che i bambini mi conoscano, sarebbe ancora più doloroso per loro perdermi. Vorrei sapere solo cosa penseranno di me quando non ci sarà più”, ha ragionato la donna, che forse troppo ingenuamente, o forse per soffrire di meno lei stessa, si è attaccata a questa idea: ”So che Rose e Harvey non si ricorderanno di me, e questa è una buona cosa”.
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Kim, sposata dal 2012 a un altro pilota della RAF, Steve, 32 anni, incontrato su una base aerea, ha da subito iniziato a cercare un bambino poco dopo il matrimonio. Ma dopo un anno e mezzo senza successo, la coppia, che ha prestato servizio in Iraq e in Afghanistan, è stata indirizzata verso la fecondazione in vitro tramite il sistema sanitario nazionale.
Kim rimase incinta nel novembre 2015, ma dopo 24 settimane, a maggio 2016, i medici le hanno comunicato la notizia che aveva effettivamente un cancro. Kim ricorda: “Quando ho sentito la parola linfoma ero completamente distrutta. Mi hanno detto che avevo un raro tipo di linfoma non-Hodgkin che colpisce la pelle, dove i sintomi sono pelle in rilievo, eruzioni cutanee, prurito intenso, papule e linfonodi ingrossati. Essendo di primo grado potevano trattare la pelle direttamente con trattamenti leggeri” e questo la sollevava, dato che non voleva nuocere al feto. Il 27 agosto 2016 al Frimley Park Hospital nel Surrey è nata la primogenita Rose.
“Quando è nata Rose è stato il momento più incredibile. Era meravigliosa e mi sentivo così ottimista riguardo al futuro”, ha raccontato: “Sapevo che il cancro poteva diffondersi e tornare, ma sentivo davvero di esserne uscita”. A febbraio 2017 Kim si è sottoposta a un nuovo ciclo di radioterapia. Nel frattempo è rimasta incinta di nuovo, stavolta naturalmente: “Avevamo sempre desiderato una grande famiglia con i bambini vicini per età, quindi non avrei potuto essere più felice quando ho scoperto che aspettavo Harvey”.
Purtroppo, quasi contemporaneamente, la donna ha notato di avere un linfonodo ingrossato all’inguine. Era il tumore che stavolta si era diffuso ai linfonodi e non era curabile. Nonostante tutto Harvey è nato il 31 ottobre dell’anno scorso, sempre a Basingstoke nel North Hampshire. “Quando ho avuto Harvey, in realtà ho dimenticato tutto della malattia. In quel momento ero di nuovo mamma, non una donna malata di cancro. Mi sono sentito in cima al mondo” ha ricordato.
Ma i medici le ricordavano che senza un trapianto di staminali aveva poche settimane di vita: “L’idea di lasciare Steve come un papà single mi ha schiacciato. Merita qualcuno da amare e merita di essere amato. Non è quello che nessuno di noi aveva programmato per le nostre vite. Volevo essere un genitore orgoglioso con Steve, vedere crescere i nostri figli – non lasciarlo fare tutto da solo”.
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La coraggiosa Kim, che ha creato un’impresa chiamata Kestrel Design, e documenta il suo viaggio on-line sul cancro, ha concluso: ”Senza un trapianto di cellule staminali potrei avere solo pochi mesi da vivere e con esso fino a cinque anni, sto cercando di rimanere positiva”.
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