E’ successo a Pescara: una mamma è stata arrestata per aver violentato suo figlio di soli 5 anni e per aver successivamente pubblicato i video pedopornografici in rete, con la complicità di un cugino e dell’amante.
La terribile vicenda è emersa grazie all’intervento del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornogragia on line (C.N.C.P.O.), che ha segnalato alla Polizia Postale un utente che ripetutamente pubblicava in rete video pedopornografici.
Le indagini hanno portato alla luce che l’account incriminato apparteneva al cugino della madre, che nei video aveva veri e propri rapporti sessuali con il suo bambino di cinque anni. Gli inquirenti si sono trovati dinanzi a una situazione di forte degrado sociale.
Immediatamente il Tribunale per i Minorenni del capoluogo abruzzese ha disposto l’allontanamento degli altri due figli della donna, dalla casa familiare. I due artefici dei bestiali soprusi sono stati rinchiusi in carcere: la madre in quello di Chieti, mentre il cugino in quello di Pescara.
Ma ciò che rimane indelebile è la ferita nel cuore e nella mente della piccola vittima.
Secondo lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Orfanelli, esperto in psicologia minorile e docente di Psicologia giuridica all’Università de L’Aquila, intervistato da Il Centro, che ha reso nota la spaventosa vicenda: ‘Chi ha subito un abuso si porterà dietro un marchio per sempre’.
Del resto subire violenze fisiche dalla madre, la figura che in assoluto rappresenta le radici di ogni essere umano, il porto sicuro, l’ancora di salvezza, è qualcosa che capita molto di rado. Lo psicologo sottolinea infatti, che nel corso della sua lunga carriera di consulente delle procure, non ha mai assistito a nulla del genere.
‘Storie del genere sono distruttive, i minori vittime di abusi iniziano un percorso di psicoterapia per rimuovere quello che si chiama ‘disturbo post-traumatico da stress’, ma le conseguenze dopo 20 anni non le possiamo conoscere. Chi ha subito un abuso, si porterà dietro un marchio per sempre. I pedofili cercano dei minori prepuberali, dei fanciulli e un abuso in questa età li porta alla distruzione totale di se stessi, della propria sicurezza, dei propri valori. È come un buco nero che si apre e in cui si precipita senza mai vedere la fine: ogni tanto si viene sostenuti e ogni tanto si continua ad andare giù. O si impara a convivere con il trauma o ci si perde in altri traumi’, ha aggiunto Orfanelli.
In conclusione, tutte le vittime minori che subiscono violenze si troveranno dinanzi una vita di alti e bassi, e come in una sorta di altalena universale, potranno soltanto tentare di oscillare il più possibile dalla parte della serenità.
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