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La vicenda si è svolta nella chiesa di San Michele Arcangelo a Manduria (Taranto) nel giorno del giovedì santo prima della Pasqua, lo scorso 29 marzo. Uno dei due preti responsabili della chiesa ha manifestato la sua contrarietà a svolgere il consueto rituale del lavaggio dei piedi ai fedeli migranti che sono ospiti di una casa alloggio del posto, e alla maggioranza dei parrocchiani questa scelta non è piaciuta. La polemica è montata con il passare dei giorni, fino a che anche il vescovo è intervenuto per dire la sua.
Subito dopo i fatti, dall’ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Oria nessuno ha fatto sapere niente, nonostante sui social e sulla stampa locale la notizia stava avendo un’eco decisa. L’unico dettaglio noto era che i due padri in disaccordo sulla lavanda dei piedi ai migranti, che pure hanno celebrato la santa messa nella chiesa di San Michele Arcangelo di Manduria, non “sono diocesani, ma religiosi appartenenti all’ente ecclesiastico dei Servi di Maria”.
E mentre qualcuno sui social scriveva criticando quanto udito in chiesa (“Vergognosamente stasera il razzismo è salito sull’altare”), il lunedì dell’Angelo sull’Avvenire veniva pubblicato un messaggio ‘pacificatore’ in cui si racconta di un incontro chiarificatore del vescovo di Oria Vincenzo Pisanello con i due religiosi coinvolti nella faccenda. Ovviamente in questa sede il razzismo è stato escluso come ‘movente’ del mancato rito pasquale.
Ma molti parrocchiani che erano a sentire messa, quel giovedì, hanno riportato quanto visto e udito. Secondo il racconto di chi c’era, padre Gabriele nella sua omelia avrebbe spiegato così l’assenza dei migranti al rito della Lavanda, nonostante la maggioranza dei parrocchiani stessi si fosse detta d’accordo: “Avremmo voluto, ma non siamo riusciti a organizzare l’iniziativa…”. Ma queste parole sono state seguite dalla reazione decisa di padre Leonardo: “Ma perché non dici invece che sono stato io a volere così?” avrebbe detto il priore. Aggiungendo: “Se ci fossero stati loro qui non ci sarei io”.
Alla fine la storia si è conclusa con questa spiegazione: padre Gabriele avrebbe avuto voluto in chiesa i dodici migranti per lavare loro i piedi durante la messa del Giovedì Santo, ma inavvertitamente avrebbe dimenticato di avvertire il priore padre Leonardo, il quale avrebbe detto ‘no’ come conseguenza al non essere stato informato da parte del suo collega più giovane. Quindi il razzismo non sarebbe stato alla base della decisione, che invece ha generato non poche polemiche proprio perché sarebbe stata ‘travisata’.