I Maneskin per molti hanno riportato il vero rock sul palco, rivoluzionando il panorama musicale mondiale. Ma non tutti la pensano così: ecco le ultime critiche alla giovane band romana.
Una delle band rivelazione degli ultimi anni sono sicuramente i Maneskin, quattro giovani amici romani che hanno conquistato i palchi più importanti del mondo, partendo da un talent italiano, X Factor.
Il loro successo è grandioso ma, nonostante siano acclamati ovunque, non tutti pensano bene di loro. Il famoso violinista Uto Ughi e la rivista statunitense The Atlantic sono gli ultimi che hanno puntato il dito contro di loro, ecco perché.
Domani, 20 gennaio 2023, arriverà il nuovo album dei Maneskin, che si intitola “Rush”, e i fan della band di Damiano David sono già in delirio.
Questa sera, tra l’altro, a Roma a Palazzo Brancaccio c’è anche un evento esclusivo per la presentazione dell’album, durante il quale i ragazzi verranno “sposati in modo laico” da un officiante d’eccezione.
Ma non tutto è oro quello che luccica: infatti, la grande popolarità di Damiano, Victoria De Angelis, Thomas Raggi e Ethan Torchio non va a genio proprio a tutti.
Infatti, il famoso violinista Uto Ughi, a Siena per presentare 14 concerti, ha parlato dei Maneskin dicendo cose non proprio belle di loro.
Il musicista li ha definiti “un insulto alla cultura e all’arte”, una presa di posizione molto forte. Il violinista dice:
Non ce l’ho particolarmente con i Maneskin, ogni genere ha il diritto di esistere però quando fanno musica, e non quando urlano e basta
Un’altra forte critica arriva dalla rivista The Atlantic, molto famosa negli USA. In un pezzo firmato dal giornalista Spencer Kornhaber, il gruppo è stato definito addirittura fastidioso:
L’album non dimostra che il fascino della band sia la sua musica. I testi sulle feste, il sesso e la superficialità dell’industria musicale sono per lo più timidi tentativi di scioccare e infastidire
Le loro canzoni, inoltre, vengono definite mediocri, anzi riciclate, quindi senza inventiva. Un duro colpo per i Maneskin che, fino ad ora, sono stati idolatrati davvero dalla maggior parte dell’opinione pubblica.
Di certo, queste due forti critiche non faranno piacere ai quattro componenti dei Maneskin che, però, sicuramente in questi anni hanno imparato ad avere a che fare anche con chi la loro musica proprio non l’apprezza.
Sicuramente, si può anche comprendere come Uto Ughi, grande musicista di musica classica, possa non capire a pieno lo stile del gruppo, visto che proviene da un universo completamente diverso.
Il punto, però, non è la musica che può piacere o non piacere, ma quello che i Maneskin rappresentano ora, dopo ormai 5 anni che fanno parte delle scene musicali di tutto il mondo.
Su una cosa non ci piove: Damiano e i suoi compagni d’avventura hanno portato un fenomeno straordinario nel panorama musicale, non solo italiano ma mondiale.
Per le generazioni nate a cavallo del millennio e dopo, infatti, i Maneskin rappresentano forse la prima band davvero “gender fluid” della musica, ecco perché stanno avendo un grande successo anche all’estero.
Le nuove generazioni, probabilmente, si sentono rappresentate molto più da loro che da altri cantanti.
Del resto, sappiamo bene come la musica ha avuto sempre un impatto sulla società e, anche se molti non la pensano così, questi ragazzi hanno lasciato di certo una loro impronta.
Ora, si può apprezzare o meno un genere, come alcuni testi possono piacere o no, ma nonostante il “fastidio” che si può provare nell’ascoltare le canzoni dei Maneskin, non si può dire che non siano una svolta nella musica italiana e non solo.
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