Protesta contro la missione di pace Onu finita nel sangue: almeno 48 le vittime causate dagli scontri con la polizia e l’esercito.
Una manifestazione, adesso repressa, è costata la vita a 48 persone in Congo. Continuano le tensioni nel Paese anche nei confronti dei peacekeeper delle Nazioni Unite. Inizialmente ai manifestanti gli organizzatori avevano chiesto di protestare in maniera pacifica. Sul web immagini di poliziotti legati – ancora da verificare -. Nel 2022 un’altra protesta aveva portato alla morte di 15 persone. Inizialmente i manifestanti
Sono 48 fino a questo momento le vittime dopo la dura repressione della manifestazione avvenuta in Congo nella giornata di ieri. L’AFP ha riportato che gli scontri sarebbero avvenuti il 30 agosto a Goma, città orientale della Repubblica democratica del Congo, durante una manifestazione di protesta contraria alla missione di pace delle Nazioni Unite e di altri militari stranieri. Lo scontro è diventato violentissimo, riferiscono fonti locali citate dall’AFP, e anche secondo quanto ha riportato l’esercito congolese.
Le missioni di pace delle Nazioni Unite dallo scorso anno – chiamate MONUSCO – sono state soggette di grandi proteste nel paese. I manifestanti hanno lamentato il fatto che i militari non fossero mai a loro detta riusciti a proteggere i civili dalle milizie armate. Gli organizzatori della manifestazione avrebbero chiesto inizialmente alla gente di manifestare in maniera pacifica, ma poi l’escalation ha portato al conflitto e alla morte di decine di persone.
Sui social stanno girando in queste ore molte foto e video di uomini in abiti civili armati con pietre e bastoni, picchiare anche un poliziotto legato per terra. L’agenzia Reuters che ha riportato diversi aggiornamenti non ha ancora avuto modo di verificare la veridicità di quelle immagini, e dei video amatoriali fatti circolare sul web.
Una situazione che in Congo rischia di esplodere. Lo scorso anno, nel luglio del 2022, un’altra protesta era finita nel sangue nella città di Butembo, causando la morte di 15 persone tra cui anche tre militari impegnati nella missione di pace, i cosiddetti peacekeepers a Goma. Nel paese africano la crisi umanitaria è anno dopo anno alimentata dai conflitti interni e dai disastri naturali.
Le Nazioni Unite hanno riferito che al momento sono 5,5 milioni gli sfollati nella provincia di Goma e in quelle limitrofe. Le condizioni e la qualità della vita della popolazione è disastrosa, e le proteste sono state figlie spesso anche di questo grosso malcontento del Congo orientale.
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