Milioni di francesi sono scesi nelle piazze per protestare contro la riforma delle pensioni decisa da Emmanuel Macron.
Si prevedevano dei disagi in seguito al progetto di riforma delle pensioni di Macron ma non di tale entità, addirittura il Ministero dell’Interno aveva calcolato 750mila persone invece sono state molto di più.
Il presidente francese Emmanuel Macron si trova ad affrontare una nuova stagione di proteste provocate dal suo progetto di riforma delle pensioni. Oggi c’è stata la prima mobilitazione indetta dai sindacati, che hanno annunciato anche uno sciopero a fine mese.
Questi sono appoggiati dai partiti di sinistra e i settori più coinvolti nello sciopero sono quello dei trasporti, dell’istruzione e dell’energia, dove ci saranno disagi e cali di produzione.
Come affermato dal quotidiano “Le Figaro“, si attendono molte altre manifestazioni come quella di oggi, in particolare se ne attendono dalle 200 alle 250 e la partecipazione sarà abbondante.
Gerald Darmanin, ministro dell’Interno francese, ha annunciato che 10mila agenti saranno mobilitati per assicurare che la situazione non degeneri.
La prima mobilitazione c’è stata oggi a Parigi e solo in città c’erano circa 3.500 agenti a controllare il corteo partito alle 14 da Place de la Rèpublique per arrivare fino a Place de la Bastille.
I sindacati escono con alcune rassicurazioni dopo questa prima giornata di proteste ma appaiono coscienti che la lotta sarà lunga e ora si spera che la riforma venga cambiata durante la discussione in Parlamento per quanto riguarda il progetto di legge, prevista a febbraio e a marzo.
Ma come mai tanto malcontento? La principale misura prevista dal progetto di riforma di Macron prevede che l’età pensionabile venga spostata da 62 a 64 anni a partire dal 2030.
Ancora, il periodo utile per il versamento dei contributi arriverà a 43 anni e il governo vuole anche mettere fine ai cosiddetti regimi speciali previsti da alcuni mestieri, come la Sncf o Edf e ancora categorie come quelle degli avvocati.
Secondo i sondaggi è il 60% dei cittadini a opporsi a questa riforma, tuttavia Macron la rivendica come giusta e responsabile.
Sicuramente non finisce qui e il braccio di ferro con i sindacati e opposizioni si annuncia molto difficile, infatti il secondo appuntamento del 31 gennaio, giorno dello sciopero, segna nuovi disagi che si aggiungono a quelli di oggi.
Tuttavia, nonostante le migliaia di persone che stanno scendendo in piazza, la premier Borne si è complimentata con i sindacati perché le manifestazioni si stanno svolgendo senza incidenti importanti.
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