[didascalia fornitore=”ansa”]Manifesto ProVita[/didascalia]
‘Sei qui perché tua mamma non ti ha abortito’, è il messaggio shock comparso a Roma su un maxi cartellone di 7×11 metri, raffigurante un feto di 11 settimane. Creato dall’Associazione ProVita è stato affisso sulla facciata di un palazzo nella zona dell’Aurelio. L’immagine ma sopratutto il messaggio in essa contenuto hanno immediatamente suscitato polemiche nel mondo della politica e tra gli utenti dei social network. La gigantografia fa parte di un più ampio progetto voluto da Pro Vita in vista del 22 maggio, data nella quale ricorre il 40esimo anniversario del giorno in cui venne legalizzato l’aborto con la legge 194. E’ la stessa Pro Vita, in una nota, a ricordare che dal 1978 sono stati più di 6 milioni i feti uccisi dall’interruzione di gravidanza.
Dal canto suo Toni Brandi, Presidente di ProVita, rivendica il diritto a difendere quella fetta di cittadini che sono contrari all’aborto: ‘È inconcepibile che in un’Italia, dove solo il 38% dei malati di tumore può accedere alle cure palliative e dove circa 200.000 anziani o disabili sono rispediti a casa ogni anno dagli ospedali pubblici, per mancanza di fondi per la sanità, lo Stato spenda centinaia di milioni di euro di fondi pubblici per finanziare scelte individuali che causano l’eliminazione di esseri umani, e che non sono condivise da una grande fetta della popolazione?’.
E aggiunge: ‘Uno Stato che finge di tutelare la mamma, ma che non si preoccupa del più debole, il bambino nel grembo materno, è la rappresentazione plateale della legge della giungla’.
Il fronte romano del Pd, nelle figure delle consigliere Michela Di Biase, Valeria Baglio, Ilaria Piccolo e Giulia Tempesta e Svetlana Celli della Lista Civica ‘RomaTornaRoma’, sostiene che il maxi manifesto di ProVita offenda invece tutte quelle donne che hanno scelto di abortire: ‘Un messaggio forte e doloroso sulla pelle delle donne. Il maxi manifesto contro l’interruzione volontaria della gravidanza offende la scelta delle donne di abortire, una scelta, sempre sofferta e dolorosa, garantita dalla legge 194 che a maggio compirà 40 anni’. Non solo, l’immagine offende anche tutte quelle donne che hanno subito l’interruzione di gravidanza per diverse ragioni: ‘Difendere la vita con messaggi così crudi e violenti non appartiene alla storia delle donne, né della città. Per questo presenteremo una mozione per chiedere al Campidoglio la rimozione immediata di questi manifesti’.
Il maxi manifesto di ProVita ha letteralmente fatto insorgere anche i social. ‘Vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello Stato e contro il diritto di scelta delle donne. #rimozionesubito’, ha scritto su Twitter la senatrice Pd Monica Cirinnà; c’è poi chi parla di #Medioevo e ancora chi chiede che il manifesto di ProVita venga eliminato con la stessa rapidità con cui è stato cancellato il murales del bacio proibito tra Di Maio e Salvini.
Non sono solo le donne ad attaccare la scelta comunicativa di ProVita, nel coro si distinguono anche le voci di molti uomini. E’ il caso di Andrea che scrive: ‘La violenza delle vostre campagne mi lascia stupito. Vergognatevi. Non vi rendete neanche conto di quanto male potete fare con le vostre parole’. Dello stesso avviso c’è Marco: ‘Da bambino pensavo che nel 2020 avrei visto le auto volare, non i cervelli. Pensate al dolore di una donna costretta dalla vita a rinunciare ad un figlio e pensate l’inutile dolore che può provocarle questa affissione. #provita #provergogna’.
Infine ci sono gli utenti che fanno sfoggio dell’ironia per esprimere il proprio disappunto. Ad esempio kitkat73 fa ricorso ad Adinolfi, sostenitore del movimento anti-abortista, per dire la sua:
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Marco ha scelto persino di rispolverare il ‘Mein Kampf’ di Adolf Hitler per l’occasione:
[twitter code=”https://twitter.com/marco_73/status/981819220345479168″]
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