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Imprevedibile disavventura nella notte per il cantautore romano Alessandro Mananrino, arrestato in un locale di Ostia dopo una furiosa rissa avvenuta intorno alle 3:30. Secondo le prime ricostruzioni, Mannarino, visibilmente ubriaco (d’altronde una delle sue canzoni più famose si intitola non a caso ‘Me so ‘mbriacato’), si trovava in compagnia di un gruppo di amici e del fratello Paolo, quando qualcuno avrebbe fatto pesanti apprezzamenti a una ragazza che era insieme a loro, provocando la reazione del gruppo e soprattutto dello stesso artista.
Gli animi si sono subito surriscaldati e, a quanto pare, Mannarino avrebbe provato a colpire con un pugno il personaggio in questione. A quel punto sono intervenuti i buttafuori per calmare gli animi ma senza riuscirci troppo, tanto che il gestore del locale è stato costretto a chiamare la polizia. Qui però sono cominciati i veri guai per il cantautore, visto che secondo i testimoni Mannarino avrebbe continuato il suo ‘show’ anche in presenza degli agenti al grido di ‘Ha guardato la ragazza di mio fratello, lo ammazzo‘, cercando ancora di colpire il suo avversario e soprattutto reagendo in maniera scomposta al tentativo dei poliziotti di calmarlo. L’incredibile scenetta si è quindi conclusa con Mannarino ammanettato e caricato su una volante, mentre continuava a urlare patetiche minacce del tipo ‘voi non sapete chi sono io, vi faccio passare i guai‘.
Il risultato è che adesso Mannarino e suo fratello saranno sottoposti a un processo per direttissima per rispondere alle gravi accuse di rissa, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Davvero peccato che Alessandro Mannarino sia stupidamente scivolato su una buccia di banana di tali proporzioni proprio in un momento così importante della sua carriera discografica, con il suo terzo cd Al Monte (uscito poco più di un mese fa) salito fino al terzo posto della classifica italiana degli album più venduti, e a pochi giorni dall’inizio del Tour 2014 che lo vedrà esibirsi esibirsi per l’intera estate nelle più prestigiose location all’aperto del nostro Paese (kick off il 3 luglio dal Castello Scaligero di Villafranca di Verona). Speriamo davvero che non capiti mai più: ‘mbriaco sì, ma senza esagerare.
AGGIORNAMENTO DEL 20 GIUGNO: ecco le dichiarazioni ufficiali di Mannarino riguardo quanto accaduto ieri.
‘Stavamo festeggiando il diciottesimo compleanno di mia sorella in un locale a Ostia e, dopo essermi allontanato per qualche minuto dalla festa, per cercare lì vicino un albergo dove far dormire i miei fratelli, mi accorgo – al mio ritorno nel club – che era in corso uno screzio tra mio fratello e degli estranei, non invitati e che oltre ad essersi intrufolati avevano importunato, con proposte oscene, mia sorella. Al mio arrivo erano già intervenute le forze dell’ordine, sedando in prima battuta gli animi e, mentre parlavo con gli agenti – quando tutto sembrava ormai essersi risolto – sento le urla della mia ragazza che implorava, gridando ripetutamente “vi prego fermatevi”. La mia ragazza e mio fratello erano a circa 300 metri dal locale quindi mi precipito verso di loro e nel frangente osservo mio fratello cadere rovinosamente in terra colpito dai pugni sferrati violentemente dal branco che continuava a pestarlo. Vicino a lui c’era la mia ragazza con il viso grondante di sangue e con una profonda ferita all’occhio. Arrivato finalmente da lei, vengo immediatamente afferrato, cinto alle spalle e strattonato via. Io ovviamente reagisco non comprendendo immediatamente che si trattasse dello stesso personale di Polizia con il quale stavo parlando poco prima e che mi aveva seguito, anche loro allarmati dalle urla. Cercando inutilmente di divincolarmi, per soccorrere mio fratello e la mia fidanzata, devo aver consumato involontariamente una resistenza a pubblico ufficiale. Ovviamente questo non era nelle mie intenzioni e tanto meno fa parte del mio carattere. Mio fratello urlava che gli aggressori erano gli stessi del locale e li indicava alle forze dell’ordine mentre questi riuscivano a darsi alla fuga. Solo uno di loro è stato rintracciato e arrestato. Da quel momento non vedo più la mia ragazza e comincio a chiedere di soccorrerla, col timore che – invece- lasciata sul posto, non solo rimanesse priva di assistenza medica ma, peggio, potesse di nuovo diventare oggetto di violenze da parte di quegli aggressori. In quei frangenti ho urlato e fatto di tutto per cercare di raggiungere le due persone a me care. Sono stati attimi dove i miei pensieri erano molto confusi, ero caduto nel terrore, preso dall’ansia e dall’agitazione per le condizioni di salute di mio fratello e della mia fidanzata col viso pesto di sangue. Non mi sono reso conto che dovevo fidarmi dell’operato della Polizia e quindi senza rendermi conto della gravità del mio gesto ho opposto loro resistenza, anche con frasi dettate esclusivamente dall’esagitazione del momento‘.
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