Addio bonus 18enni, la manovra cambia rotta e sposta le risorse su editoria e spettacolo, prima destinate agli incentivi rivolti ai giovani per fruire di teatri, cinema, libri, musei, concerti, mostre.
Con un emendamento della maggioranza viene spazzata l’App 18: secondo quanto riportato dall’Ansa, la misura abrogata ha già aperto una nuova breccia tra maggioranza e opposizioni.
Le ultime notizie sulla prima manovra del Governo Meloni infiammano l’arena politica e il dibattito tra maggioranza e opposizioni. Secondo quanto riportato in queste ore, un emendamento avrebbe abrogato il bonus 18enni rivolto ai giovani per l’accesso a vari settori di istruzione, arte e cultura.
Addio all’App 18 per teatri, cinema, spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, musei, mostre e concerti.
Stando a quanto appreso, i fondi che prima spettavano al bonus 18enni sarebbero stati dirottati e sarebbero destinati a editoria e spettacoli.
È quanto introdotto in un emendamento della maggioranza (FdI, Lega e FI) che sposterà un bacino di risorse pari a 230 milioni di euro all’anno per il sostegno al mondo dello spettacolo e della cultura.
Si va dal potenziamento del Fondo per il sostegno economico a favore dei lavoratori dello spettacolo al rafforzamento delle risorse da destinare agli operatori dell’editoria e delle librerie, passando per maggiori impegni per il Fondo per lo spettacolo dal vivo e per il sostegno alle attività di rievocazione storica de “La Girandola” di Roma.
Durissima la reazione del Pd alla decisione di abrogare 18App portata avanti dalla maggioranza in queste ore.
In una nota ufficiale e attraverso i suoi principali esponenti anche via Twitter, il Partito democratico ha condannato l’emendamento con cui si taglierebbero importanti risorse per i giovani a favore di editoria e spettacolo.
Una “condanna a morte” per la misura, sostiene il Pd, che avrebbe visto circa 500mila giovani fruitori all’anno.
È inaudito. Si vuole impedire la libertà e il desiderio dei giovani di accedere ai consumi culturali, si penalizza pesantemente anche l’industria culturale del Paese
Lo scrive il presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi, secondo cui questa mossa del governo sottolineerebbe come l’esecutivo sia del tutto disinteressato nell’investire sui giovani e sulla loro crescita non solo professionale, ma anche culturale.
L’abolizione del bonus cultura che prevedeva un contributo di 500 euro per i giovani da spendere in teatri, cinema, libri e musei, secondo il deputato dem Nicola Zingaretti sarebbe parte di una “persecuzione” contro ragazzi e ragazze.
Quella delle destre non è l’Italia del merito ma dei privilegiati
Per Dario Franceschini, l’emendamento della maggioranza con cui si azzera la App 18 è una “cosa assurda”. Un taglio alla cultura ingiustificato e pericoloso dopo che anche Paesi come Germania, Francia e Spagna avevano seguito il modello italiano introducendo il bonus per sostenere i giovani nell’accesso ai principali canali di informazione e formazione.
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