I fondi dipenderanno strettamente dalla cifra che l’esecutivo sarà in grado di trovare per portare a termine ogni intervento.
Tra le varie manovre sembra essere ormai certa la presenza della tregua fiscale per le cartelle esattoriale mentre il regime forfettario verrà esteso 85.000 euro.
Il governo Meloni è attualmente impegnato nel realizzare la nuova manovra la quale prevedrà alcune misure per un massimo di 32 miliardi di euro.
E questo ciò che è possibile affermare a seguito delle ultime riunioni prima del CDM che si terrà durante la giornata di lunedì 21 novembre.
Attualmente l’esecutivo è impegnato nel capire quale strada percorrere fare in modo che rientrino i capitali dall’estero, una situazione che potrebbe portare nelle casse dello Stato altri 5 miliardi di euro.
Un punto fondamentale della manovra è la rivisitazione della norma per quanto riguarda le tassazioni extra profitti in cui ci sarà un’aliquota che per il momento ancora non è definita ma che è molto probabilmente si aggira intorno al 33%. Verranno inoltre prorogate anche le misure contro il caro energia.
Sono ancora incerte le cifre che sono state messe a disposizione. In totale, per il 2023 sono stati messi a disposizione circa 30 miliardi di euro per tutti gli interventi.
Una cifra che ancora non è stata confermata in quanto ogni cosa dipende dalle risorse che possono essere reperite. L’unica cosa certa è che sul piatto attualmente ci sono 21 miliardi di euro i quali provengono direttamente dal quadro programmatico della Nadef.
Le altre risorse proveranno dalla tassa sugli extra profitti dell’energia sulla quale è attualmente in atto una modifica che ha il compito di recepire il Regolamento Europeo insieme ad altre misure fiscali tra cui la partecipazione e la rivalutazione del terreno.
Viene anche rivalutato anche il dimensionamento delle detrazioni al di sopra di una determinata soglia di redditi insieme alla riedizione della voluntary disclosure per quanto riguarda l’emersione dei capitali portatili fatti all’estero in modo per nulla legale.
Una cosa però è certo, il Governo è al lavoro per realizzare quella che è considerata la tregua fiscale così che i contribuenti possano essere agevolati nel momento in cui hanno ricevuto le cartelle esattoriali.
Lo scopo infatti è quello di fare in modo che ogni imprenditore possa regolarizzare la sua posizione con il fisco.
Tale misura verrà modulata in base alla cifra messa a disposizione anche se, proprio come ha rivelato più di una volta Maurizio Leo, il viceministro all’economia, tutte le cartelle con ogni importo inferiore o pari a €1000 saranno eliminate.
Molto probabilmente, durante la prima fase, non si avrà la possibilità di finanziare tutte quelle misure nate per sostenere le famiglie e le imprese che attualmente si trovano a fare i conti contro il caro energia.
È necessario infatti utilizzare una normativa diversa a livello europeo che dia la possibilità di utilizzare queste risorse in tale direzione, proprio come accaduto per tutti gli interventi atti a fronteggiare la situazione provocata dal covid.
Dopo il DDL di bilancio, molte probabilmente sarà prevista una norma che dà la possibilità di utilizzare i fondi europei dopo aver ottenuto il lasciapassare dall’Europa.
Per dare una mano alle famiglie e alle imprese che attualmente si trovano in difficoltà a casa del caro energia, il ddl di bilancio prevede una proroga ulteriore per tutte quelle misure che sono state già messe in atto durante lo scorso anno tra cui il credito d’imposta sull’acquisto di energia elettrica insieme alla diminuzione delle accise sui carburanti.
Nella Manovra si parla a lungo anche del cuneo fiscale, per cui sembra essere certa la proroga del taglio pari al 2% dei contributi che i lavoratori verseranno.
E’ questa la manovra introdotta anche dal governo Draghi e che sta per scadere alla fine del 2022. L’ipotesi è quella di aumentare la riduzione dei contributi passando al 5%.
Si sta pensando anche ad una ripartizione così che questa possa ricadere per due terzi sulla quota a carico dei lavoratori mentre un terzo sarà sulle spalle delle imprese.
Per quanto riguarda la flat tax, è quasi certo che per i lavoratori autonomi, per rientrare nel regime forfettario la soglia passerà da 65.000 a 85.000 euro mentre il versamento della tassa piatta sarà al 15%.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, molto probabilmente verrà introdotta la flat tax incrementale a cui si va ad applicare un aumento di reddito registrato nel corso del 2023 al confronto del reddito più alto dei tre anni passati.
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