La Manovra, con la fantomatica “manina” che non vista avrebbe alterato il testo trasformando la pace fiscale in un vero e proprio condono (clicca qui), ha infiammato il dibattito interno al governo giallo-verde. Salvini con una mano alimenta le fiamme prendendo in giro i colleghi grillini (“Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche. Questo è un governo che non ha timidezze, problemi o complotti contro. In consiglio dei ministri c’erano tutti, non c’ero solo io”), con l’altra mano getta acqua sul fuoco: il leader del Carroccio assicura nel corso di un’intervista al Messaggero che non ci sarà alcuna crisi di governo e che l’attuale esecutivo durerà fino al 2023.
Salvini utilizza toni distesi, ma il cui senso è irremovibile: la Manovra non si tocca. “Il testo per me è quello concordato, deciso e firmato. Non possiamo fare giochetti, e dare spettacolo davanti alla Ue che vuole sbranarci”, dichiara il vicepremier Salvini. Che aggiunge: “Se modifichiamo il testo della pace fiscale, e io non voglio proprio toccarlo, oltretutto creiamo un precedente pericoloso. Facciamo passare l’idea che ogni decisione è revocabile e che è tutto uno scherzo. Non si può lavorare a una cosa, faticarci sopra e confrontarsi, e poi trovata l’intesa quell’intesa viene impugnata da chi l’ha fatta. Dobbiamo essere seri”.
Fin qui i fatti, ora passiamo ai retroscenismi.
Il governo giallo-verde ha visto un braccio di ferro fra Salvini e Di Maio sulla pace fiscale, con i giustizialisti grillini che invocavano maglie più strette contro gli evasori e i leghisti che per dare ossigeno alle partite Iva puntavano al colpo di spugna fiscale.
Secondo gli analisti, la strategia di Salvini è quella di assecondare il proprio elettorato per consolidare il proprio consenso e tirare avanti fino alle elezioni Europee del maggio 2019: se la Lega riuscirà a superare il M5S alle urne allora potrà così rivendicare il futuro commissario italiano a Bruxelles. Salvini starebbe quindi impegnando le sue energie per galvanizzare il proprio elettorato su temi a costo zero (critiche al Presidente della Commissione europea Juncker, minacciare il presidente francese Macron, ecc…) lasciando ai grillini l’onere di dare numeri su provvedimenti concreti come reddito di cittadinanza e pensioni. Onere che, se tradito negli obiettivi, esporrebbe i grillini ad un’emorragia di consensi. L’unico tema economico che sta a cuore a Salvini è la riforma della Fornero, tema peraltro in comune già dal principio con i grillini. E del quale Salvini potrebbe scaricare ogni responsabilità sulle spalle di Di Maio.
Intanto l’Europa minaccia il Bel paese: con una lettera durissima viene denunciata la “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”. Traduzione: la Commissione europea punta il suo mirino sui conti italiani e anticipa esplicitamente la bocciatura formale della nostra Manovra che avverrà martedì prossimo. A quel punto sarà scontro aperto.
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