[didascalia fornitore=”ansa”]Lavoratori in sciopero[/didascalia]
Una donna è stata licenziata durante il periodo di congedo per assistere il figlio gravemente disabile. La storia riguarda una lavoratrice dell’azienda Consulmarketing, della provincia di Mantova, ed è finita in tribunale.
Come racconta la Gazzetta di Mantova, Veronica Piras, dopo dieci anni con contratto di collaborazione Co.co.co, nel 2013 è stata assunta a tempo indeterminato da Consulmarketing, azienda che si occupa di indagini di mercato.
Il 22 dicembre del 2014 Veronica ha dato alla luce Nikolas, un bambino affetto da Sma, atrofia muscolare spinale, una grave malattia che lo costringe da allora a vivere attaccato alle macchine.
La donna, per restare vicina al figlio, ha chiesto all’azienda una cosa prevista dalla legge: il congedo dal lavoro parentale per figli con grave disabilità, per tre anni, al 30% di stipendio. L’azienda, che già avrebbe creato problemi nel periodo di maternità (sempre secondo la versione dalla lavoratrice), nel giugno scorso ha inviato a Veronica una email con la richiesta di restituzione del materiale necessario a lavorare, «come già richiesto nella lettera di licenziamento del 19 maggio». Lettera mai arrivata, come sostiene la mamma licenziata, che si è rivolta ai sindacati per riavere il suo lavoro.
Una storia di licenziamento che riporta alla mente due recenti casi con protagonista Ikea: uno a Milano (licenziata la mamma di un disabile), l’altro a Bari (cacciato dipendente per un ritardo).
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