Il tribunale della libertà di Bologna ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Marcello Minenna, ex direttore delle dogane e assessore in Calabria, arrestato nell’ambito dell’inchiesta mascherine.
La decisione è stata intrapresa di seguito al ricorso attuato dalla difesa di Minenna. L’ex direttore delle dogane è stato arrestato lo scorso 22 giugno per una truffa milionaria avvenuta durante i primi giorni di Covid19.
Marcello Minenna torna libero dopo la decisione del Tribunale
Il tribunale della libertà di Bologna ha deciso di annullare la misura cautelare nei confronti di Marcello Minenna, arrestato lo scorso 22 giugno nell’ambito dell’inchiesta mascherine.
Il tribunale ha intrapreso la decisione di seguito al ricorso presentato dagli avvocati di Minenna, Roberto D’Atri e Gianluca Tognozzi.
Secondo la Procura di Forlì, tra Minenna e Gianluca Pini, ex parlamentare leghista, vi sarebbe stata una sorta di scambio di favori. Il cosiddetto “pactum sceleris”.
A quanto pare, infatti, Pini avrebbe permesso a Minenna di accreditarlo all’interno della Lega, in quanto membro del partito, per poi promettergli la conferma della nomina a direttore dell’Agenzia delle Dogane una volta cambiato il governo.
L’inchiesta, dunque, si concentra su alcuni episodi di corruzione e truffa. Questa nasce da un’operazione antidroga della Squadra Mobile di Forlì. Gli inquirenti, nel gennaio 2020, sequestrarono circa 28 chili di cocaina.
Questo attraverso l’intercettazione di un camion proveniente dal Belgio e condotto da un imprenditore di Forlì con precedenti. A quanto pare, la Procura di Forlì ha scoperto che l’uomo aveva stretti contatti con Pini. Da qui l’accusa nei confronti di entrambi di avere creato un fero sistema di scambi di favori.
L’inchiesta mascherine
L’inchiesta mascherine, portata avanti dalla Procura di Forlì, si basa sull’accusa mossa nei confronti di Marcello Minenna, riguardante una truffa di milioni di euro afferente all’approvvigionamento di mascherine durante le prime fasi di Covid19.
Coinvolto nel caso anche Gianluca Pini, il quale sarebbe stato accusato di corruzione. Questo perché Pini avrebbe promesso a Minenna un posto nel partito della Lega in cambio di favoritismi riguardanti interessi privati del politico.