Ronaldo, Ronaldinho, Pelè, Zico… i brasiliani sono un popolo (almeno per quanto riguarda il calcio) di fantasisti, di giocolieri, non certo di difensori e terzini. L’ultimo che memoria ricordi fu Cafù, l’erede di Roberto Carlos. Ma il suo invece di erede, chi potrebbe mai essere? Chiaramente Marcelo Vieira da Silva Júnior, o più semplicemente Marcelo.
Marcelo, nel calcio grazie a suo nonno
Marcelo Vieira da Silva Júnior, noto ai più appunto come Marcelo, nasce a Rio de Janeiro nel 12 maggio 1988, in una famiglia molto povera. Siamo appunto in Brasile, paese famoso sì per le spiagge di Copacabana o la statua del Cristo Redentore, ma anche per le Favelas, dove il nostro terzino trascorre gran parte della sua infanzia. Come tutti i bambini del suo paese, Marcelo cresce a pane e pallone, e infatti all’età di soli nove anni inizia a giocare a futsal, il calcio a 5, esperienza che lo porterà ad essere notato dalla Fluminense, importante squadra brasiliana che lo inserisce nel proprio settore giovanile. La sua famiglia fa però fatica a sostenere le spese che il giocatore deve affrontare per trasferirsi, e riesce a non gettare la spugna grazie a suo nonno Pedro, a cui promette un giorno di “diventare qualcuno”.
Il passaggio in prima squadra e il boom del Real
Nel 2005 decidono di promuoverlo in prima squadra, dove con le sue 29 presenze e i 4 gol, viene notato da numerosi osservatori, tra cui quelli di un certo Real Madrid, dove decide di trasferirsi l’anno successivo, alla cifra di 6,5 milioni di euro.
In Liga Marcelo esordisce il 7 gennaio 2007 contro il Deportivo La Coruna, in una partita che la sua squadra perderà per 2-0. Siamo nel periodo nero delle Merengues (l’appellativo dei giocatori del Real Madrid, probabilmente legato al bianco della maglia), e alla rinascita un grosso contributo inizierà a darlo anche il terzino brasiliano, che partita dopo partita si conquista la maglia da titolare, che non lascerà più. Il primo gol nel campionato spagnolo arriva nella stagione 2008-2009, sotto la guida di Juande Ramos, che davanti al potenziale di spinta del giocatore, deciderà di cambiargli posizione, avanzandolo ad ala sinistra. Una scelta che si rivelerà determinante per la sua carriera. I goal iniziano infatti ad aumentare, ma soprattutto Marcelo realizza una marea di assist: nella stagione successiva, la 2009-2010, chiuderà con un bottino di 43 presenze, 4 goal e ben 9 assist, esordendo inoltre anche in Champions League contro lo Zurigo.
Una scelta di fede
All’alba della stagione 2010-2011 il procuratore di Marcelo viene letteralmente inondato da offerte provenienti da tutta Europa. Quel terzino lì, brasiliano, eletto a vero erede di una leggenda come Roberto Carlos lo vogliono tutti, ma lui non vuole sentire ragioni: il suo cuore è solo ed esclusivamente per il Real Madrid, che lo ha portato via dalla miseria e ha offerto a lui e alla sua famiglia una vita migliore. Firmerà quindi un nuovo contratto dalla durata di 5 anni, fino al 2015.
I problemi però iniziano quando sulla panchina del Real arriva la figura di Josè Mourinho, che mostrerà -almeno inizialmente- parecchie perplessità sul brasiliano, che a suon di prestazioni eccellenti, riuscirà a farlo ricredere. Proprio grazie alle esigenze particolari del portoghese Marcelo farà il salto di qualità anche a livello difensivo, arrivando a coprire in maniera efficace tutta la fascia sinistra.
La prima Champions non si scorda mai
Nella stagione 2013-2014, che in molti considerano la sua miglior annata, alza al cielo la prima Champions League, che firma con il goal del 3-1 nei tempi supplementari. Oltre alla Coppa Del Re, che il Real Madrid vince ai danni del Barcellona e la Supercoppa nella stagione successiva contro il Siviglia vincitore dell’Europa League. L’annata straordinaria si chiude con altri due avvenimenti cardine: la conquista del primo mondiale del club e il rinnovo del contratto fino al 30 giugno 2020, legandosi praticamente a vita con la maglia delle Merengues.
Nella stagione 2015-2016 aggiunge al suo palmares un’altra Champions League, ancora una volta alzata davanti ai rivali dell’Atletico Madrid, arrivati fino ai calci di rigore. Ormai il vizio con la coppa è diventato una vera e propria abitudine, e nel 2016-2017 arriva la terza “coppa dei campioni” in quel di Cardiff, stavolta ai danni della Juventus, che verrà battuta per 4-1. Praticamente, il Real Madrid e quindi anche Marcelo, ottengono la media di una Champions League a stagione, media terrificante che riusciranno a mantenere anche nella stagione successiva, la 2017-2018, dove la vittima sarà il Liverpool.
La fedeltà di Marcelo
Nonostante le 31 primavere e una vita passata a fare avanti e indietro su quella fascia sinistra, Marcelo ha ancora molta voglia di giocare, ma il ricambio generazione sembra mai inevitabile: le sue presenze sono calate quasi drasticamente (21 quelle dell’attuale stagione in Liga), mentre il Real Madrid è tornato a vivere un periodo non di certo agli standard dei livelli a cui Marcelo e compagni erano abituati. Insomma, che sia in panchina o in campo, Marcelo Vieira da Silva Júnior non ha certamente voglia di andare a stagionare altrove, rimanendo da vero professionista a disposizione di quel club che gli ha, umanamente e calcisticamente, dato veramente tanto.