Ancora senza esito le ricerche dei due dispersi – tra cui il piccolo Mattia – a seguito del maltempo che ha colpito la regione delle Marche il 15 settembre scorso.
La perlustrazione è andata avanti tutta la notte, ma di Mariella Chiù e Mattia nessuna traccia. In mattinata è attesa una perlustrazione della Protezione Civile nelle zone colpite.
Ancora una notte di ricerche senza esito quella appena trascorsa nelle Marche, dove si cercano disperatamente da ormai 4 giorni il piccolo Mattia, 8 anni, e Mariella Chiù, 56, travolti dall’ondata di fango e detriti che ha colpito la regione dopo il violento alluvione.
Il bambino era tra le braccia della mamma, Silvia Casau, quando un fiume li ha travolti e ha strappato il bambino dalle braccia della donna, che da quel giorno non smette di sperare che il suo unico figlio sia ancora vivo.
Brunella Chiù era con i due figli, Barbara – 17 anni – e il fratello Simone – 23 – quando l’acqua del Nevola li ha travolti. In quei pochi istanti, Simone è riuscito ad aggrapparsi a un albero, ma ha visto sparire sotto i suoi occhi la madre e la sorella.
Il corpo di Barbara è stato ritrovato qualche giorno dopo, mentre della madre ancora nessuna traccia.
Nelle prossime ore il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio effettuerà dei sopralluoghi nelle zone colpite dall’alluvione, da Pesaro fino alla provincia di Ancona.
Nelle prime ore di questo pomeriggio, Curcio dovrebbe partecipare ad una riunione presso il Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) che si terrà presso la Protezione civile regionale delle Marche.
Intanto, proseguono le indagini per accertare le eventuali responsabilità di quanto avvenuto nella regione, dopo il disastroso alluvione del 2014, quando si registrarono 4 vittime e danni per oltre 180 milioni di euro.
Il pubblico ministero, Valeria Cigliola, ha ipotizzato i reati di omicidio colposo plurimo e inondazione colposa.
Al momento non ci sono indagati, ma la situazione potrebbe cambiare nelle prossime ore, con l’evolversi dell’inchiesta. Il duplice obiettivo dei magistrati è quello di ricostruire le fasi precedenti all’alluvione, quando i comuni sono stati preallertati di quanto sarebbe avvenuto.
La Protezione Civile aveva emanato un’allerta gialla, quindi di lieve entità. Il secondo obiettivo è quello di accertare la corretta manutenzione dei corsi d’acqua, sia il Misa che il Nevola.
Secondo una prima stima degli esperti, infatti, il recente disastro si sarebbe potuto evitare con l’innalzamento degli argini dei due principali fiumi che attraversano la regione.
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