La grande marcia per il clima si è tenuta il 21 settembre 2014 a New York e in altre 150 città del pianeta, tra cui Roma, Berlino, Rio, Parigi, con un successo di pubblico superiore persino alle previsioni. L’evento, organizzato in occasione del vertice delle Nazioni Unite sul clima, che è in programma il 23 settembre, voleva far sentire forte la protesta delle associazioni ecologiste, e di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Terra, soprattutto la mancanza di risultati a livello mondiale relativi alla limitazione delle emissioni di carbonio. Si chiede alle autorità di tutti i Paesi di intervenire contro il riscaldamento globale: la volontà della popolazione è apparsa netta e chiara in questa incredibile espressione democratica, che ha visto uniti luoghi geograficamente lontanissimi ma uniti nella volontà di salvaguardare il mondo in cui viviamo.
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L’adesione dei partecipanti alla marcia è stata molto elevata in tutte le principali città del pianeta in cui si è svolta, in cui sono confluite le più importanti sigle del mondo dell’associazionismo e del volontariato ecologico, tante persone comuni ed anche qualche Vip che non ha mai nascosto il proprio impegno nella sensibilizzazione alle tematiche ambientali. Ma cosa chiede il popolo ecologista? Una maggiore attenzione ai cambiamenti climatici da parte dei leader della terra, anche perché il vertice del 23 settembre sarà il primo summit dopo quello fallimentare di Copenhagen del 2009, quando i leader mondiali non riuscirono a trovare un’intesa sul nuovo trattato che potesse sostituire il protocollo di Kyoto del 1997.
I dati sul clima
Un recente report dell’Organizzazione Metereologica Mondiale ha messo l’accento sulle concentrazioni record di gas serra che nell’ultimo periodo (in particolare nel 2013) sono state registrate nell’atmosfera. In particolare ciò che sta creando particolari danni è il biossido di carbonio. La concentrazione di CO2 nell’atmosfera è del 142% superiore a quella che era possibile ravvisare nell’epoca preindustriale. Nella nostra atmosfera è presente una quantità di metano 253 volte superiore e di ossido di azoto 121 volte di più rispetto ai livelli registrati nel 1750. Tra il 1990 e il 2013 c’è stato un incremento del 34% di tutti quegli effetti che alterano l’energia solare nel momento in cui essa entra e viene trattenuta nel sistema atmosferico del nostro pianeta. L’energia si presenta sotto forma di calore e tutto questo causa un aumento delle temperature medie. Tra l’altro la situazione è resa ancora più grave, perché gli elementi naturali hanno una capacità minore di assorbire i gas inquinanti. Gli stessi oceani hanno raggiunto un grado di saturazione: l’acidificazione delle acque marine ha raggiunto una velocità che non è stata mai registrata negli ultimi 300 milioni di anni.
Il summit e la marcia
Nel summit che si svolgerà a New York il 23 settembre verranno trattati molti temi. Uno di questi è la vita nelle grandi città, che sono responsabili del 70% delle emissioni ad effetto serra. Si parlerà della produzione sostenibile di cibo e della conservazione delle grandi foreste. Inoltre verrà affrontata la possibilità di riconvertire il sistema energetico mondiale, che attualmente, per l’80%, si basa su fonti non rinnovabili. Altri temi affrontati saranno la mobilità sostenibile e le strategie da adottare nei confronti dei cambiamenti climatici soprattutto per le comunità che vivono nelle zone più a rischio. La speranza è quella di gettare le basi, per tracciare le linee guida ed arrivare ad un accordo il prossimo anno, quando è stata programmata una conferenza a Parigi. In ogni caso la situazione appare difficile, perché le autorità della Cina e dell’India, che sono i Paesi più inquinanti del mondo, hanno già fatto sapere che non parteciperanno al vertice. La campagna lanciata a favore del clima basterà a dare uno scossone per cambiare le cose?
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