Marco Bianchi chiede l’assoluzione per il delitto di Willy, a cui ha partecipato nel 2021 insieme ad altre tre persone.
Secondo i legali dell’imputato si sarebbe trattato di un incidente.
Il giovane Willy è stato ucciso a soli 21 anni il 6 settembre del 2020, pestato a Colleferro nel tentativo di difendere un amico in difficoltà. I responsabili vennero identificati come i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, il pregiudicato Mario Pincarelli, conosciuto dalle forze dell’ordine come gli altri due per precedenti per spaccio e pestaggi, e l’incensurato Francesco Belleggia.
La brutalità del pestaggio ebbe molto impatto sull’opinione pubblica italiana, tant’è che Mattarella ha conferito la medaglia d’oro al valore civile a Willy.
Il 10 giugno del 2021 è iniziato il processo a carico dei quattro imputati presso il Tribunale di Frosinone e nel mese di luglio dello stesso anno i fratelli Bianchi sono stati condannati all’ergastolo mentre gli altri due hanno ricevuto pene più lievi.
Il responsabile vero e proprio è Gabriele Bianchi, che ha sempre negato le versioni delle testimonianze in aula. Nei racconti c’è la ricostruzione dell’omicidio del giovane, ucciso da un calcio fatale sferrato da Bianchi con entrambi i piedi usando come leva un palo. Questo violento calcio ha comportato diversi traumi che hanno coinvolto molti organi vitali, compreso uno irreversibile al cuore.
È di poco fa la notizia della richiesta di assoluzione da parte di Marco Bianchi, uno dei due fratelli condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy. Tramite il suo legale, Vanina Zaru, ha presentato un appello in cui definisce non attendibili le testimonianze e afferma che non si può parlare di omicidio preterintenzionale, ma al massimo di un incidente. In pratica l’intenzione non era uccidere il ragazzo ma solo aggredirlo per mettergli paura.
Bianchi, campione di arti marziali, punta in questo modo a una nuova perizia per poter essere assolto o perlomeno ricevere un importante sconto della pena. Speranze che, con gli appelli, nutrono anche gli altri imputati, tutti di Artena.
L’avvocato sostiene che ciò che hanno affermato i testimoni del pestaggio non è veritiero, anche perché probabilmente non erano in condizioni lucide dal momento che il pestaggio è avvenuto in una zona della movida di Colleferro dove ci sono molti locali in zona.
Le parole degli avvocati e le richieste di assoluzione
“il teatro dell’evento è scarsamente illuminato e i tesimoni sono giovani che a quell’ora potevano essere anche ubriachi”
ha detto alla Corte riferendosi alla notte fra il 5 e il 6 settembre in cui è avvenuto il pestaggio, intorno alle 3.30.
Un’indagine più accurata per comprendere chi e in che misura avesse quanto meno assunto alcolici, avrebbe probabilmente delineato lo scenario della reale attendibilità e della genuinità dei ricordi.
Questo è ciò su cui punta la legale degli imputati, poi incolpa anche la stampa:
“dal primo momento c’è stata una caccia al mostro, indicando i fratelli bianchi come perversi e violenti. non è stata fatta chiarezza sulla dinamica e non si conoscono le cause certe della morte del ragazzo”
La Zaru punta anche molto sulla realtà che circondava Bianchi, affermando che al tempo d’oggi è importante dare una precisa immagine di sé, da uomo duro. In questo modo ha giustificato anche le chat emerse dai cellulari dei fratelli, in cui appaiono armati in alcune foto.
Ha definito queste semplicemente conversazioni di dubbio gusto, molto sgradevoli ma nulla di più. Oltre ad essere lo specchio della società in cui viviamo non appare diverso da molti altri giovani che cercano di imitare stili di vita particolari.
A chiedere l’assoluzione è anche Gabriele Bianchi, i cui avvocati spingono molto sulle manovre violente effettuate dai medici durante i massaggi cardiaci, le quali avrebbero causato alcune lesioni a Willy che prima non c’erano.
Ma soprattutto sostengono che non è stato Gabriele l’autore del colpo fatale.
Mentre Pincarelli ha ammesso di avergli dato dei colpi, a ribadire ancora una volta di essere totalmente estraneo all’aggressione al 21enne è stato Francesco Belleggia, condannato a 23 anni di carcere.
Il suo avvocato ha ricordato che ad accusarlo di aver sferrato un calcio alla testa al 21enne sono stati alcuni amici totalmente inattendibili e ora si cerca di incolparlo per far allontanare le accuse peggiori dai Bianchi.
A decidere sarà la Corte d’Assise d’Appello di Roma.
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