Marco Cappato indagato, ma è già stato arrestato 3 volte

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Marco Cappato è ora indagato per aiuto al suicidio nell’ambito della vicenda di Dj Fabo ma non è la prima volta che l’esponente radicale è alle prese con la giustizia visto che è stato arrestato 3 volte. Tutti gli episodi sono legati alle sue battaglie politiche come militante del Partito Radicale: la formazione politica ha fatto della disobbedienza civile la sua arma più forte, come ha dimostrato anche la vicenda politica di Marco Pannella, arrestato e finito sotto processo decine di volte dal 1971 al 2012, l’ultima volta per possesso di hashish e cannabis. Come lui, lo stesso Cappato è finito in manette in tre diverse occasioni, sempre nell’ambito di manifestazioni o azioni politiche forti, segno che la lotta politica spesso ha bisogno di azioni eclatanti perché se ne parli.

La stessa decisione di autodenunciarsi per aver accompagnano in Svizzera Dj Fabo è un modo per attirare l’attenzione dei media sul tema dell’eutanasia e del testamento biologico. Il silenzio mediatico serve alla politica per fare cadere nel dimenticatoio un tema delicato e controverso che aumenta il divario tra l’opinione pubblica e alcuna parte della politica.

Marco Cappato ha quindi voluto mantenere alta l’attenzione mettendosi in gioco in prima persona, pronto a pagare il prezzo fino in fondo: per l’accusa di aiuto al suicidio rischia fino a 12 anni di carcere.

La prima volta in cui Cappato è stato arrestato risale al 1996 quando viene fermato a Bruxelles nel corso di una manifestazione non autorizzata tenuta dal Coordinamento Radicale Antiproibizionista di cui era appena diventato tesoriere davanti alla sede del quotidiano belga Le Soir: arrestato insieme ad altri attivisti, viene rilasciato dopo qualche ora.

Nel marzo 2003 Cappato viene arrestato a Manchester per non aver pagato la multa comminatagli nel 2001 per aver violato la legge antidroga: la sua era un’azione nonviolenta di disobbedienza civile contro le leggi britanniche sulla criminalizzazione del possesso di droghe a uso personale. Anche in quella occasione Cappato si era autodenunciato presso il Commissariato di Polizia di Stockport per detenzione di un esiguo quantitativo di cannabis, trascorrendo la notte in Commissariato.

Il 27 maggio 2007 il terzo arresto, a Mosca, dove si era recato a capo della delegazione del Partito Radicale per consegnare al sindaco moscovita Luzhkov, una lettera firmata da 50 deputati europei e italiani, per chiedere spiegazioni sul divieto del Gay Pride nella capitale russa. Cappato e altri membri della delegazione vengono portati via dopo che un gruppo di naziskin li aveva attaccati e picchiati: tra loro c’era anche Vladimir Luxuria. Cappato viene scarcerato dopo qualche ora senza processo, a differenza di tre militanti radicali russi (Nickolay Khramov, Sergey Kostantinov e Nikolai Alexeyev) sottoposti a processo e tenuti in carcere due settimane.

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