Il cantante Marco Carta è stato assolto nel processo di secondo grado con al centro il furto di sei magliette del valore di 1.200 euro alla Rinascente di Milano. L’episodio risale al 31 gennaio 2019, quando l’ex vincitore di “Amici” era stato arrestato davanti ai grandi magazzini milanesi, insieme a una sua amica, Fabiana Muscas, 53 anni. Nelle loro borse, la vigilanza aveva trovato 6 magliette del valore di 1200 euro.
Da subito, Marco Carta si era dichiarato estraneo al furto, mentre la donna se ne era assunta la responsabilità, raccontando di voler fare “un regalo di compleanno” all’amico che aveva da poco compiuto gli anni.
La sentenza della Corte d’Appello di Milano
Nonostante l’ammissione del furto da parte di Fabiana Muscas e l’assoluzione in primo grado del cantante, a dicembre dello scorso anno il pm Nicola Rossato aveva depositato in appello un ricorso contro la decisione. Oggi la Corte d’Appello di Milano ha confermato il verdetto di assoluzione del Tribunale, risalente al 31 ottobre 2019.
L’avvocato di Marco Carta, Simone Ciro Giordano, nella memoria difensiva depositata oggi ha sottolineato come la procura generale avesse, nell’atto di appello, “omesso di valutare gli ulteriori elementi evidenziati dalla difesa e riportati in larga parte dal Tribunale, che dimostrano in maniera certa e non ipotetica l’assoluta estraneità, anche a titolo di concorso morale, del Carta rispetto alle condotte ascritte alla Muscas“. Ad ogni modo, le motivazioni della Corte d’Appello saranno rese note tra 60 giorni.
L’avvocato di Marco Carta: “Il dolore resta”
“È un risultato che conferma quanto già ampiamente dichiarato da Carta fin dalle prime battute di questa spiacevole vicenda. Lo abbiamo sempre affermato e oggi con la sentenza di rigetto dell’appello proposto dal pubblico ministero abbiamo avuto l’ennesima conferma da parte della autorità giudiziaria”. Così ha dichiarato l’avvocato Simone Ciro Giordano, secondo quanto riportato dall’Ansa, in merito alla sentenza di oggi. “Ritengo che la questione possa essere definitivamente archiviata anche se il dolore, la tristezza, e il danno di immagine che il cantante ha subito durante questo periodo – conclude il legale – non potranno essere ripagati in alcun modo”.