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Marco D’Amore e Salvatore Esposito, protagonisti di “Gomorra – La serie”, sono stati ospiti della 44esima edizione del Giffoni Film Festival 2014: i due hanno incontrato la stampa e i giovani ospiti del Festival, e tenuto una Masterclass. Nessuna anticipazione sulla seconda stagione di Gomorra – La serie, perché i copioni sono in fase di stesura e le riprese non cominceranno prima dell’anno prossimo: ma c’erano tante cose di cui parlare, tra attualità, critiche e progetti per il futuro delle due star.
Il Giffoni 2014 ha onorato Marco D’Amore, che in Gomorra interpreta Ciro Di Marzio detto “L’immortale”, con il Premio Giffoni Award, mentre Salvatore Esposito, che in “Gomorra – La serie” dà il volto al boss Genny Savastano ha ricevuto l’Explosive Talent Award, premio per la già promettente carriera.
I due attori di Gomorra – La serie hanno incontrato i ragazzi e i giornalisti, ecco una sintesi delle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa. Partiamo dalla chiusura, il rapporto tra i rispettivi personaggi: un rapporto quasi ‘affettivo’ ma anche molto maschio: “Sono cose ingestibili: non credo a chi riesce a spiegare il suo percorso con razionalità. Noi abbiamo trovato Ciro e Genny facendo semplicemente questo. E stando a tanto così c’era il mistero di quello che passava tra di loro, la rabbia, la sottomissione (l’amore, aggiunge Esposito ridendo), la tensione, l’amicizia, perché tu stai così quando rompi una bolla d’intimità e ci entri, perché non puoi far sentire ad altri se non la persona cui stai vicino, perché ti vuoi imporre, è un mondo di cose che per noi passa attraverso il lavoro pratico“, ha detto D’Amore. “Per quelli che hanno visto la serie, si è vista questa trasformazione al ritorno di Genny dall’Honduras: nella prima parte Ciro aveva carisma nei confronti di Genny, nella seconda parte le posizioni si sono invertite“, spiega Esposito.
Gomorra – La serie e le polemiche sul pizzo
Al centro dell’incontro con la stampa non potevano mancare le recenti polemiche sul fatto che i produttori – la Cattleya – sarebbero incappati nelle richieste estorsive di un vero boss: ospiti del Giffoni Film Festiva 2014, i due attori rifiutano di commentare, in maniera diplomatica: “Io non esprimo giudizi né faccio riflessioni sulle ipotesi, non è il mio modo di vivere, non lo giudico ma non lo apprezzo né lo condivido“, dice Marco D’Amore, “trarrò le mie conclusioni a tempo debito quando saprò. Riccardo Tozzi ha parlato come produttore, io non parlo di ipotesi ed illazioni. Le frasi scritte sono state estrapolate da un discorso più ampio, parlerò quando saprò i fatti“. “Di fronte avete due attori che hanno partecipato alla più bella serie televisiva, nel mondo ce la invidiano, non parliamo di queste cose inutili, ad ora“, aggiunge Salvatore Esposito.
E sempre Esposito rivendica i meriti di Gomorra – La serie: “E’ stata accostata dalle più grandi testate di livello mondiale a The Wire, I Soprano, Breaking Bad, deve essere un vanto per l’Italia, ha un cast di altissimo livello, una produzione di altissimo livello, una distribuzione di altissimo livello, una troupe di altissimo livello e la qualità ci ha premiato“. E ‘Genny’ aggiunge: “La serie è erede de La Piovra? Il paragone con La Piovra ci fa onore, significa cancellare oltre 20 anni di televisione. E chi ha visto la serie sa che Genny e Ciro sono negativi ma non sono assolutamente eroi“. E D’Amore offre un suo ricordo personale: “In Italia le cose positive non fanno notizia, noi abbiamo girato per 9 mesi nelle zone cosiddette malfamate di Napoli e tutti ci hanno aperto una porta, ci applaudivano, ci offrivano il caffè, un sacco di caffè. Sono cose che ci hanno commosso, significa che non è tutto marcio“.
Gomorra – La serie e le polemiche Rai
Al di fuori della cronaca, non mancano richieste di commenti sulle dichiarazioni degli alti vertici Rai: “Da noi mai serie di questo tipo con i criminali che diventano eroi“, le parole del dg Gubitosi, mentre il direttore Tarantola ha definito la serie “eccessiva, non dà speranze“. “Non so se Gubitosi ha visto la serie o no – dice Esposito – sappiamo che la Rai ha definito il Libanese e noi eroi negativi: chi ha visto la serie, chi l’ha vista sottolinea, sono personaggi negativi ma eroi“. “Non mi compete né l’apologia di Sky né le critiche alla Rai – aggiunge D’Amore – ci sono modalità di vivere i progetti, persone che vogliono correre rischi, come Sky rispetto a Gomorra, c’era il rischio di non avere pubblico, la critica, di girare in certe zone: intorno a questo progetto si sono strette persone che sentivano il bisogno di raccontare questo tipo di storia. Ma trovo svilente, parlando di cultura e arte, continuare con questa divisione della realtà e del mondo in buoni e cattivi: ragazzi, siamo nel 2014, ci sono opere d’arte del ‘600, come Shakespeare, piene di personaggi negativi. Svegliamoci in questo paese, il mondo là fuori va a 3000 e noi camminiamo all’indietro“.
Per quanto riguarda il rischio di restare intrappolati nei rispettivi personaggi, D’Amore spiega di non temerlo: “Io sono un attore, prima di Gomorra ho fatto commedia con Bentivoglio e Tirabassi, avevo i capelli e la barba lunga, e la gente mi dice, ma no, non eri tu quel personaggio comico. Viviamo – ha aggiunto l’attore – in un sistema cinema per cui quello biondo con gli occhi azzurri fa l’eroe che salva l’Italia, quello pelato fa il cattivo, Salvatore non lo so“. “Io in realtà pensavo di tornare a fare panini al McDonald’s“, replica il diretto interessato ridendo. “Devo dire – rivela sempre Esposito – che in Gomorra ho avuto la fortuna di poter interpretare due personaggi diversi, cosa che in Italia non è mai accaduta. A parte piccole perle, le proposte che mi arrivano restano perlopiù confinate al ruolo del napoletano, c’è un limite nel cinema italiano, camminare a ritroso come tutto il Paese, rispetto al mondo intero“.
Marco D’Amore e Salvatore Esposito dopo Gomorra – La serie: che faranno?
Non sono mancate domande sui progetti per il futuro: “Il mio progetto è quello di pagare le tasse. Scherzi a parte, anche io ho dei progetti, ma non so quali sono“, la battuta di Esposito, mentre D’Amore rivela che “girerò un film con Luca Zingaretti, l’opera seconda di Edoardo De Angelis, parteciperò al terzo progetto con Claudio Cupellini e produrrò un film da solo (Un posto sicuro, ndr), scritto con il mio gruppo, e prodotto insieme a La piccola società, nata nel 2004 dall’incontro tra me e Francesco Ghiaccio. Lo gireremo a Casale Monferrato e racconterà della tragedia dell’eternit. Ci rivediamo tra un anno a Giffoni – conclude D’Amore – mi hanno detto che non ce l’avrei fatta e invece tornerò qui per mostrarlo in anteprima, è una promessa perché ce la farò“.
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