“Renzi ha venduto il mare italiano alla Francia”, tuonano da giorni politici di centrodestra (sardi e padani). I pescatori della Sardegna e della Liguria insorgono, una mareggiata si abbatte sul governo: ma come, vendere ai francesi il pezzo di mare più proficuo per la pesca? Poi le acque si calmano, si scopre che in realtà il mare non è stato (ancora) venduto, che l’accordo c’è ma, affinché sia valido, dev’essere ratificato dal Parlamento italiano. Insomma, non è entrato ancora in vigore. Finisce con le scuse della Francia e la speranza che l’Italia ci ripensi in tempo. Ripercorriamo le ultime ore di tempesta.
Tutto inizia con la denuncia dell’ex Pdl Mauro Pili, oggi deputato di Unidos, partito che rappresenta la componente sarda del gruppo misto: “Un’operazione scattata nei giorni scorsi quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero e raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato. Il messaggio è stato chiaro: fermatevi state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese. Le autorità francesi non ci hanno pensato due volte a fermare l’imbarcazione sarda. È solo così che tra ieri e oggi si è scoperto che un accordo internazionale siglato dal Ministro degli esteri francese Fabius e quello italiano Gentiloni aveva ceduto porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda”.
Stessi problemi per un’altra imbarcazione, partita da Sanremo, fermata alla dogana francese con l’accusa di esercitare la pesca del gamberone rosso. I pescatori hanno scoperto così che quelle acque sarebbero diventate francesi. Il governo ha veramente venduto di nascosto le acque sarde ai cugini d’oltralpe?
Matteo Salvini coglie al volo l’occasione, accede a Facebook e spara a zero: “Il governo Renzi, chiudendo un negoziato avviato nel 2006 da Prodi e ripreso nel 2012 da Monti, ha REGALATO alcune parti di mare italiano (ricche di pesce) di Liguria e Sardegna alla Francia.
Pure il MARE ci stanno fregando questi venduti!
Anche se purtroppo siamo all’opposizione (ancora per poco spero), la Lega si opporrà con ogni mezzo a questa vergogna”.
Protesta con un tweet anche Giorgia Meloni: “#Renzi svende acque italiane alla #Francia. Parlamento non ratifichi questa infamia.”
Il leader di Fratelli d’Italia invita il governo Renzi a non ratificare l’accordo. Il punto è proprio questo: l’accordo bilaterale è stato raggiunto ma, non essendo ancora stato ratificato dal parlamento italiano, non è ancora valido. Si tratta di un’intesa firmata a Caen il 21 marzo 2015 che ha ridisegnato i confini marittimi tra Italia e Franca. La nuova mappa (in foto) è stata diffusa dal sito del ministero della Difesa francese www.shom.fr.
L’accordo sarebbe stato fatto scattare nei giorni scorsi, ma in modo unilaterale. In Francia è stato ratificato, in Italia no. A confermarlo Benedetto Dalla Vedova, Sottosegretario per gli affari esteri e cooperazione internazionale: “L’accordo non è ancora in vigore e non è quindi applicabile nel caso in questione. L’unico strumento pattizio rilevante nel caso di specie è la Convenzione tra Italia e Francia per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, che ha tra l’altro valore esclusivamente consuetudinario, in quanto è sempre stata applicata, pur non essendo mai stata ratificata”. Puntuale la conferma da parte di Silvio Lai, del Pd: “Quanto accaduto al peschereccio bloccato dalle autorità transalpine è stato già oggetto di un chiarimento chiesto dal PD al Ministero degli Esteri. Gli stessi francesi si sono già scusati per quello che da loro stessi è stato definito un deprecabile errore”.
L’alt ai pescherecci italiani sarebbe stato dunque solo un errore, un’incomprensione. E se fosse invece una provocazione, un invito dei francesi a ratificare in fretta l’accordo di Caen? Tanti, infatti, i milioni in ballo. In gioco la cosiddetta fossa del cimitero, dove sguazzano pesci pregiati come i gamberoni rossi. La tratta che rischia di diventare francese è molto proficua e la perdita sarebbe una batosta per l’economia sarda e ligure.