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C’è un curioso fenomeno che negli ultimi anni si sta intensificando, ed è quello delle maree rosse, termine popolare per indicare la fioritura algale che si presenta nelle acque marine costiere facendo assumere sovente questa caratteristica colorazione color porpora. Ma perché avviene questo curioso fenomeno? La marea rossa generata dalla rapida crescita di determinate microalghe fitoplanctoniche ha origini tanto naturali quanto antropiche, con queste ultime che negli ultimi anni stanno prendendo il sopravvento, con conseguenze nocive non solo tra le specie ittiche ma anche sulla salute umana. Proviamo ad analizzare la storia e il perché si generano le maree rosse, evento tanto affascinante da vedere quanto potenzialmente pericoloso.
La parola invero suona apocalittica: marea rossa, che sembra evocare piaghe bibliche. E in effetti i primi riferimenti alle fioriture algali si trovano proprio nel Vecchio Testamento, capitolo 7 versetti 20-21 del libro Esodo, che recitano: ‘Tutte le acque che erano nel Nilo si mutarono in sangue. I pesci che erano nel Nilo morirono e il Nilo ne divenne fetido, così che gli Egiziani non poterono più berne le acque. Vi fu sangue in tutto il paese d’Egitto‘. Gli antichi Greci coniarono il termine Mar Rosso proprio assistendo al fenomeno della fioritura algale, che con tale termine scientifico, altresì noto come algale bloom in inglese, verrà conosciuto dagli esperti solo in anni più recenti. I primi studi scientifici sistematici sulla fioritura algale risalgono alla metà dell’Ottocento, precisamente dal 18 marzo 1832, quando Charles Darwin, durante uno dei suoi viaggi, notò una colorazione rosso-bruna delle acque marine vicino l’isola di Abrolhos, e analizzando un campione delle acque riscontrò la presenza di un’alga.
Sono le cosiddette alghe dinoflagellate o diatomee alla base delle maree rosse: il perché avvenga la fioritura algale è da rintracciare in due ordini di cause, naturali ed antropiche. Nel primo caso il periodo della fioritura algale trova fra le sue cause le correnti marine ascensionali, che possono causare un aumento del gradiente di nutrienti quali pigmenti fotosintetici come la clorofilla e i carotenoidi, ma anche la temperatura dell’acqua e la luminosità. Tuttavia il termine marea rossa è fuorviante in quanto la colorazione assunta dalla colonna d’acqua può essere ben più varia, o addirittura si può anche non notare alcun cambiamento di colore. E poi ci sono le cause dovute all’azione dell’uomo, in primis l’inquinamento delle acque dovuto agli scarichi urbani e industriali, in particolare il fosforo contenuto nei detergenti, e soprattutto i residui di composti provenienti da concimi e prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura, contenenti oltre al già citato fosforo anche azoto e altri microelementi.
E veniamo alle conseguenze: le alghe tossiche fanno vere e proprie stragi nei mari, uccidendo buona parte di organismi marini che vi entrano a contatto, compresi i pesci. Ma anche noi uomini dobbiamo stare attenti in generale alle alghe, come ben riportano le cronache estive sui casi di contaminazione: infatti il consumo di prodotti ittici che sono entrati in contatto con le sostanze tossiche generate da queste microalghe può comportare dei rischi per la nostra salute, inoltre il contatto produce vari sintomi tra cui irritazione respiratoria, lacrimazione oculare e bruciore cutaneo.
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