Marina Adele Pallotto è una comune cittadina che è stata candidata
dalla rete alle elezioni europee ed è assurta alla cronaca in una
versione scandalistica ma irreale. E’ nata a Sulmona e risiede a
Macerata, si è laureata in giurisprudenza e dal 2005, ottenuto il
ruolo, insegna nella scuola primaria. Subisce una “caccia alle
streghe” da parte di chi, tutelato dall’anonimato, istiga altri ad
abusare della propria autorità per allontanarla dal suo posto di
lavoro.
Viene consacrata definitivamente come “pubblic enemy” da un
movimento politico nato in rete che la espone alla gogna
social-mediatica. La sua candidatura viene gestita nelle forme
dell’anonimato del web 2.0 e si delinea da subito come diffamazione
aggravata dall’uso del mezzo tecnologico. L’organizer del movimento
di Macerata diffondeva, contestualmente alla pubblicazione del suo nome
sul sito di Beppe Grillo, un archivio anonimo on line dove appariva una
pagina di un sito per modelle. Quelle informazioni venivano riprese da
due testate giornalistiche locali, presenti anche on line.
Dopo l’innesco della macchina del fango, ma prima della presentazione
della lista-candidati alle elezioni europee, veniva contattata da una
capobastone del m5s-centro Italia con lo scopo di farla rinunciare alla
candidatura perché, asseriva, non ci fosse più tempo per avanzarla.
Senza alcun tipo di assistenza da parte di chi l’aveva candidata,
affrontava la gogna mediatica che la rendeva il facile e gratuito
bersaglio di tutti gli “imbecilli del web 2.0”. Definita come “la
starlette della politica italiana”, veniva accostata a pornostar e a
“un’incerta” candidata del m5s in topless e perizoma consacrata a
romano prodi.
Veniva ostracizzata e messa a tacere dal m5s durante tutta la campagna
elettorale sul territorio marchigiano.
Passate le elezioni, affrontate a sue spese senza alcun tipo di rimborso
elettorale, chiedeva assistenza legale allo spettabile staff di Beppe
Grillo per i procedimenti di diffamazione a mezzo stampa che avrebbe
dovuto affrontare di lì a venire. Non riceveva alcuna risposta.
Mentre l’ordinamento non è pronto ad affrontare le nuove
problematiche della rete e dare risposte ai suoi utenti, Marina si
dimette da quel movimento politico che l’aveva candidata.
Studia il rapporto web-informazione-democrazia nell’era digitale e le
potenzialità e i limiti delle nuove tecnologie in funzione
dell’ammodernamento della politica e successivamente fonda un progetto
di democrazia elettronica non proprietaria che aspira a regolamentare la
partecipazione dei cittadini in rete alla vita politica”.
Riceviamo e pubblichiamo ai sensi dell’art. 16 del Regolamento (UE) 479/16, la rettifica dei dati con la pubblicazione del seguente comunicato.
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