Marinaleda: il paese dell’Andalusia dove la disoccupazione non esiste

Marinaleda il paese dell'Andalusia dove la disoccupazione non esiste

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Nel cuore dell’Andalusia si trova la Città Ideale, quella del pensiero politico di Platone, in cui ogni cittadino deve contribuire al benessere collettivo, per ricevere in cambio ciò che gli manca. Si chiama Marinaleda ed è un piccolo paese rurale distante circa 100 km da Siviglia: qui la disoccupazione non esiste. Ciò è reso possibile grazie a un sistema economico basato sulla cooperazione. A dare la spinta per la creazione di una vera e propria civiltà utopistica è stato il sindaco Juan Manuel Sánchez Gordillo.

Il segreto di Marinaleda è stato quello di saper sfruttare il suo vero punto di forza, ovvero la terra: il 70% dei 2500 abitanti lavora nei campi e nell’industria della trasformazione: il resto è impiegato nei servizi pubblici fondamentali come le scuole o le poste, oppure negli esercizi commerciali. Tutti i lavoratori percepiscono il medesimo stipendio indipendentemente dal proprio ruolo: 47 euro al giorno, per sei giorni lavorativi, per un totale di 1.128 euro al mese.

Non solo, tutti i cittadini possono costruirsi una casa di 90 metri quadrati con un anticipo di soli 15 euro. Il resto del denaro viene prestato a tasso zero dal Governo andaluso, mentre il cittadino decide la quota mensile da versare. Il terreno e il progetto vengono forniti dal Municipio e per la costruzione ogni abitante conterà sulle proprie forze. A Marinaleda c’è anche una piscina pubblica aperta tutta l’estate che costa 3 euro a ingresso, inoltre viene messa a disposizione dei bambini, una mensa scolastica che ha un costo di 12 euro al mese. Infine, tutto ciò che è comune come le strade, i giardini e le aiuole viene curato dai cittadini stessi durante alcune domeniche prestabilite dell’anno.

Grazie alla cooperativa Humar, fondata da Juan Manuel Sánchez Gordillo, eletto successivamente alla dittatura franchista, oggi Marinaleda vanta una percentuale di disoccupazione pari allo 0% contro il 30% della media nazionale. E’ un vero e proprio modello di città utopistica in cui non esiste concorrenza, ma soltanto cooperazione: chissà che possa essere d’esempio per molti altri paesi d’Europa e del mondo.

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