Stamattina alle ore 10 il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato in Senato per il discorso che aprirà il voto di fiducia al suo esecutivo. Quello dell’ex numero uno della Bce potrebbe trovarsi a incassare la maggioranza più ampia della storia della Repubblica, ma le votazioni saranno espresse solo in tarda serata.
Lo scrutinio è previsto per la mezzanotte. Giovedì, poi, Draghi sarà di nuovo atteso alla Camera per il secondo voto di fiducia. La seduta si è aperta con un ricordo a Franco Marini, scomparso recentemente. Un minuto di silenzio è stato rispettato da tutti i presenti in aula dopo il discorso della presidente del Senato, Elisabetta Casellati. “È stato un vero uomo del popolo, per tutta la vita al servizio dei cittadini. Un sindacalista di razza”, ha detto.
Ecco cosa ha detto Mario Draghi nel suo discorso ai senatori.
L’impegno contro Covid del governo Draghi
All’esordio del suo discorso in Senato, Mario Draghi ha fatto riferimento alla pandemia di Covid-19, che il suo esecutivo si appresta ad affrontare tra i problemi principali del Paese. “Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti“.
Il riferimento alla chiusura degli impianti
La citazione diretta non c’è stata, ma nel suo discorso Draghi ha fatto chiaro riferimento allo scontento che si è creato nei giorni scorsi per la chiusura degli impianti. Molti operatori del settore, infatti, sono rimasti delusi dalla gestione della proroga allo stop delle attività sciistiche, giunta nelle ultime ore prima della riapertura.
“Ci impegniamo a informare i cittadini di con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole“, ha spiegato il premier.
La dichiarazione europeista di Draghi
Dall’ex governatore della Banca centrale europea non ci si poteva aspettare altro che una dichiarazione di adesione all’eurozona. Draghi, nel suo discorso in Senato, ha infatti ribadito: “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori. Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione“.
Sulla campagna di vaccinazione anti Covid
Mario Draghi è poi passato al tema vaccini. “Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente. Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private“.
Superata l’emergenza, ci sarà bisogno di riforme
Proprio l’emergenza Covid è uno dei temi caldi da affrontare. Perché il Paese possa ripartire, sottolinea il premier Draghi, bisognerà affrontare anche riforme importanti.
“Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: ‘le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano’. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività“.
Il Recovery Plan è necessario alla ripartenza, spiega Draghi
Per permettere le riforme, spiega poi Draghi, ci sarà bisogno di una spinta al flusso economico. Secondo il premier, questo sarà possibile grazie al Recovery Plan: “Avremo a disposizione circa 210 miliardi lungo un periodo di sei anni. Queste risorse dovranno essere spese puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia. La quota di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in base agli obiettivi di finanza pubblica“.
Draghi, poi, fa riferimento all’esecutivo di Giuseppe Conte: “Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza. Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile“.
Ultime battute del discorso in Senato di Mario Draghi rivolte invece alla riforma fiscale. Per questo, il neo premier prevede una modifica al sistema tributario su ampia scala: “Nel caso del fisco non bisogna dimenticare che il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta“.
Per questo, il nuovo governo prevede “un intervento complessivo“. E assicura che il lavoro sulla riforma fiscale sarà affidato a tecnici competenti: “Inoltre, le esperienze di altri paesi insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta“.