“L’ho assassinato perché era molto, molto, molto famoso e io ero molto, molto, molto alla ricerca di glorificazione, molto egoista. Voglio solo ribadire che mi dispiace per il mio crimine, non ho scuse, è stato fatto per auto-celebrazione”. Con queste parole, l’assassino di John Lennon, Mark Chapman, ha chiesto scusa alla vedova Yoko Ono a 40 anni dall’omicidio dell’ex leader dei Beatles e dopo che per l’undicesima volta gli è stata negata la libertà condizionata.
L’omicidio di John Lennon
L’8 dicembre del 1980 Mark Chapman, allora 25 anni, sparò quattro volte a Lennon, cogliendolo di sorpresa sul portone del palazzo di Mahnattan dove John viveva. Lennon, che in quel momento stava tornando a casa con Yoko Ono, morì davanti agli occhi della donna che amava. Dopo essere stato rintracciato Chapman non oppose resistenza all’arresto e ammise immediatamente la sua responsabilità.
No alla libertà condizionata
Chapman, nella sua dichiarazione, ha sostenuto che un atto come il suo meriterebbe la pena di morte e ha riconosciuto che non gli spetterebbe alcun beneficio: “Se scegliete di lasciarmi in prigione per il resto della mia vita, non ho niente da eccepire“. D’altra parte il dipartimento di correzione e supervisione dello Stato di New York non ha avuto dubbi e ha effettivamente respinto la sua richiesta di libertà condizionata, ritenuta “incompatibile con il benessere della società”, sottolineando che il suo “atto violento ha causato devastazione non solo alla famiglia e agli ex membri della band, ma al mondo intero“. Chapman avrà la possibilità di ripresentare la domanda tra due anni.
I timori di Yoko Ono
Yoko Ono si è sempre opposta in tribunale ai tentativi dell’assassino di ottenere la libertà condizionata. Nel 2015 in un’intervista al Daily Beast confessò di essere molto preoccupata all’idea che Chapman potesse circolare liberamente. “Lo ha fatto una volta, potrebbe rifarlo. A me, a Sean (il figlio), a chiunque altro“, disse allora l’artista.
Chi è Mark Chapman, l’assassino di John Lennon
Ex tossicodipendente e per un certo tempo ricoverato in una struttura per malati mentali per il suo comportamento antisociale, Mark Chapman aveva sviluppato una vera e propria ossessione per i Beatles e più in particolare per lo stesso John Lennon. Sarà proprio questa ossessione che lo porterà in seguito a compiere il gesto criminale.