Via alle ultime fasi che potrebbero portare, dopo lo stop delle ricerche, alla fase due e alla fase tre. Il dirigente della Protezione Civile: “Ipotesi riapertura valutata da dei dati tecnici”.
I dati tecnici forniti dalle attrezzature diranno se nelle prossime settimane sarà il caso di iniziare a pensare a una riapertura della montagna. Dopo il disastro del crollo del ghiacciaio sulla Marmolada, il dirigente della Protezione Civile annuncia l’inizio della “fase due” e della “fase tre”. La squadra delle ricerche, sia a valle che tramite droni.
Marmolada, via alla fase due: stop alle ricerche via terra
Le ricerche si erano fermate la scorsa settimana, quando a quelle via terra si erano subentrati i droni. A 24 ore dal crollo, visto le scarse probabilità di trovare dei sopravvissuti al fiume di ghiaccio, per salvaguardare i ricercatori si era deciso di procedere via aerea con il recupero dei resti dei dispersi.
L’ultimo corpo senza vita è stato identificato il 9 luglio. Gli 11 dispersi dopo il crollo sono diventati nella giornata di sabato le 11 vittime identificate. Mentre i Ris di Parma continuano le indagini, il comandante Giampietro Lago, insieme al soccorso alpino, aveva identificato nelle prossime due settimane il tempo necessario per le eventuali ricerche in montagna.
Dopo il tragico crollo del ghiacciato avvenuto 3 luglio, la Protezione Civile del Trentino ha deciso di dare il via alla “fase due“, che prevede l’impiego di 10 uomini nella ricerca dei reperti in quota per i prossimi 10 giorni.
La squadra composta da unità cinofile dei Vigili del fuoco volontari di Canazei, il Soccorso alpino del Trentino, la Polizia e la Guardia di finanza, sarà scortata e gestita dalle vedette.
Inoltre, per garantire l’incolumità dei ricercatori, il dirigente generale Raffaele De Col ha informato della presenza di radar interferometrici e doppler per monitorare eventuali movimenti pericolosi del ghiacciaio.
Marmolada, cosa prevede la fase tre: ipotesi riapertura
Una volta terminate le ricerche dunque si dovrebbe passare alla fase tre. L’ipotesi di riapertura della montagna sarà valutata da dei dati tecnici forniti dall’attrezzatura di monitoraggio, spiega ancora Raffaele De Col.
Il dirigente generale del Dipartimento protezione civile ha voluto ringraziare tutte le persone che in questa settimana hanno svolto un duro lavoro di ricerca, dopo il disastro della valanga.
L’auspicio sarebbe dunque quello di riuscire a riaprire la montagna nelle prossime settimane, sempre se i dati forniti renderanno possibile tale apertura in estrema sicurezza, dopo la tragedia che ha colpito gli alpinisti sul ghiaccio.